Immondizia e ratti: il «garage» delle case Aler di Sanpolino è una discarica

Residenti e Consiglio di quartiere sul piede di guerra: «Denunciamo da anni, ci sono topi pure nella sede della Locale»
  • L'immondizia nel garage delle case Aler di Sanpolino
    L'immondizia nel garage delle case Aler di Sanpolino
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Il tanfo di immondizia si palesa appena varcata la soglia di quello che dovrebbere essere uno dei piani del parcheggio sotterraneo. Il percolato appiccica i passi di un incedere a zig-zag, tentativo di evitare gli escrementi dei topi, il luridume sgusciato via dai sacchi abbandonati e i rottami di vario genere.

Sopra, la sede della Polizia locale e le case. Sotto, una sorta di discarica incontrollata dalle condizioni igienico-sanitarie precarie, che sembra ormai essere diventata quasi una situazione di fatto. Non è così, però, per molte delle famiglie che in quel serpentone verticale abitano e non è così nemmeno per il Consiglio di quartiere: insieme, a suon di incontri, sopralluoghi, segnalazioni e mail protocollate hanno denunciato all’Aler (che ha in carico una palazzina) e al Comune una situazione che prosegue da ormai cinque anni e che «ora non è più sopportabile».

Risultato: zero. O, meglio: a fronte di una pulizia extra eseguita di tanto in tanto come soluzione «ponte», la discarica si ricrea di settimana in settimana.

Due metri di rifiuti

Abbandonati anche i mobili rotti - © www.giornaledibrescia.it
Abbandonati anche i mobili rotti - © www.giornaledibrescia.it

Sanpolino, condominio Smeraldo: la stecca «E1» di proprietà dell’Aler intreccia il civico 11 di via Fiorentini e il civico 3 di via Rizzi. Ma tutta l’attenzione è catalizzata sul piano -1 del parcheggio (gestito da Brescia Infrastrutture) e dagli spazi comuni, zone abitate da montagne di sacchi dell’immondizia, tra cui intere confezioni di cibo gettato via direttamente nelle confezioni che svelano la sua provenienza: quella dei pacchi alimentari consegnati alle famiglie in difficoltà. «Fino a cinque mesi fa - racconta Paolo Ferrari, presidente del Cdq - anche tutte le cantine erano stracolme di rifiuti, tanto che sono stati costretti, dopo averle svuotate, a chiuderle, cementando l’ingresso».

Fuori dall’ascensore la pila di rifiuti è arrivata a due metri. Un intervento mirato, in quell’occasione, è stato compiuto: ci sono voluti una settimana di lavoro, tre squadre composte complessivamente da otto persone e una spesa di 38mila euro (+iva) per svuotare 35 quintali di rifiuti. C’era di tutto: cerchioni, rifiuti domestici, vestiti, cibo, mobili, scarti elettronici.

Spiegano alcuni residenti: «La tregua, dopo quello sgombero atteso da anni e richiesto ripetutamente sia ad Aler sia al Comune, è durata qualche giorno. Siamo al punto di partenza». Siamo al punto che pure negli spazi della Locale ci si imbatte nei ratti.

L’area è frequentata dai ratti - © www.giornaledibrescia.it
L’area è frequentata dai ratti - © www.giornaledibrescia.it

Sociale

«Il 16 settembre il Cdq ha denunciato questa situazione insalubre anche alla Polizia locale, ma non è seguito alcun intervento risolutivo» sottolineano dal quartiere, dove alcuni cittadini sono decisi ora a depositare un esposto all’Ats, perché - rimarcano - «qui c’è un evidente problema di igiene pubblica. Senza contare che tutto questo si trasforma in montagne di sacchi dell’immondizia fuori cassonetto».

Il punto è che se il materiale conferito nello spazio in cui stanno i cassoni non è conforme, non viene ritirato da Aprica, quindi si trasforma in rifiuto indifferenziato. Per capire di che entità si sta parlando, basti pensare che nella sola giornata di lunedì 17 ottobre accanto alle calotte del quartiere si contavano ben 50 sacchi dell’immondizia.

Che il problema principale sia sociale è evidente a tutti i residenti dei tre condomini. «Servono più controlli, le telecamere installate non bastano. Da tempo chiediamo un portierato sociale oppure un diverso mix abitativo: così non va. Cinque anni sono molti». Da Aler e Loggia parlano di una «fase temporanea», di «progetti in corso per risolvere la situazione». Una risposta che fa sorridere amaramente i residenti (specie quelli che abitano nelle due palazzine private che non fanno capo ad Aler): «Sì, la soluzione è temporanea da cinque anni. Stiamo a vedere, ma intanto qui ci viviamo noi. Noi e i topi».

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