Il Vescovo ai giovani: «Siate responsabili custodi di voi stessi e dell’ambiente»

Monsignor Tremolada ha parlato a ragazzi e ragazze a Concesio all’incontro organizzato dall’Opera per l’educazione cristiana
  • Il vescovo Tremolada all'incontro dell’Opera per l’educazione cristiana
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«È il tempo che hai speso per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante», così dice la volpe al Piccolo Principe, «lui si è fatto responsabile della sua rosa, ha creato un legame, così dobbiamo fare anche noi: assumere le proprie responsabilità, assumersi la propria responsabilità», ha spiegato il vescovo Pierantonio Tremolada. «La responsabilità è un aspetto cardine del senso della vita, responsabilità è la capacità di rispondere delle proprie scelte a partire dall’appello che riceviamo dai nostri fratelli e sorelle» ha aggiunto.

Il pastore della Chiesa bresciana è stato protagonista del secondo (intensissimo, appassionante e ricco di spunti di riflessione) incontro dell’annuale corso organizzato dall’Opera per l’educazione cristiana, dedicato agli studenti delle scuole superiori di tutta la provincia: oltre cento i partecipanti.

Il tema

«La cura delle cosa (res)pubblica. Partecipazione sociale e responsabilità» il tema di quest’edizione; tema scelto (come ha sottolineato Michele Bonetti, vice presidente dell’Opera per l’educazione cristiana e referente per il corso) nel solco dell’assegnazione del premio Paolo VI al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la consegna in Vaticano per mano di papa Francesco. «La responsabilità chiama ciascuno di noi ad andare contro corrente rispetto al clima di disfattismo e lamentale - ha detto durante la cerimonia Bergoglio -, per sentire proprie le necessità altrui e riscoprire se stessi come parti insostituibili dell’unico tessuto sociale e umano a cui tutti apparteniamo».

«È bello vedere giovani che guardano al futuro e portano speranza - ha detto Pierpaolo Camadini, presidente dell’Opera per l’educazione cristiana, rivolgendosi agli studenti nell’auditorium dell’Istituto Paolo VI a Concesio -. L’invito, che vale per ognuno di noi, è a non chiuderci in noi stessi, ma essere voce di qualcosa di più grande. Un impegno che vale soprattutto oggi, in questa società spesso arida e cupa».

I volti

L’articolato intervento del vescovo si è strutturato lungo l’analisi di «responsabilità» e «custodire», anche attraverso citazioni bibliche. «Sono forse io il custode di mio fratello?», così Caino risponde a Dio che gli chiede notizie di Abele, ucciso proprio dal fratello. «Caino non custodisce Abele - ha sottolineato il vescovo -, ma non custodisce neppure il suo cuore, non valuta con attenzione e con ponderazione le proprie scelte, per questo uccide il fratello».

Proseguendo con le immagini dell’Antico Testamento, ecco l’uomo posto nell’Eden. «Si parla di giardino - ha spiegato mons. Tremolada - ma noi dobbiamo pensarlo in senso lato: è il nostro mondo. Dio dice all’uomo (anche in questo caso in senso lato, inteso quindi come uomini e donne) di coltivarlo e custodirlo». Un impegno che ricade quindi su tutta l’umanità, «questo va fatto nella fraternità, che può esistere solo nel vero incontro con l’altro». Un vero incontro, ha proseguito citando Emmanuel Lèvinas, «che parte dal volto dell’altro», «il volto dell’altro - spiegava il filosofo francese - è un appello che ci chiama a prenderci cura della sua esistenza. Di fronte al volto dell’altro, l’io perde il suo potere, è disarmato. La centralità dell’altro non è un rinnegamento di sé, ma un depotenziamento dell’io. L’io rinuncia alle sue pretese di dominio e di possesso, ma non si annulla».

In conclusione l’impegno rivolto direttamente ai giovani: «Siate custodi responsabili di voi stessi - ha detto il vescovo -, del vostro prossimo, dell’ambiente (un tema a voi particolarmente caro). Prendete spunto da san Francesco che chiamava il Sole fratello e la Luna sorella, impegnatevi per rendere il mondo migliore». 

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