Il questore Signer: «Attenti a possibili tensioni sociali»

Preoccupano caro energia, occupazione e contrapposizioni di natura politica
Da sinistra Signer, Vasaturo e Cavallini Francolini
Da sinistra Signer, Vasaturo e Cavallini Francolini
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Dopo una estate relativamente tranquilla sul fronte dell’ordine pubblico e della criminalità diffusa, la questura di Brescia si prepara a monitorare con attenzione quando accadrà nei prossimi mesi, sapendo che nella nostra città come in tutto il resto d’Italia il caro energia che inevitabilmente colpirà duramente imprese e famiglie giocherà un ruolo di primo piano. La presentazione del nuovo questore vicario arrivato a Brescia da qualche giorno è stata l’occasione per fare il punto anche con Giovanni Signer delle principali questioni che attendono la Polizia di Stato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

E non poteva essere altrimenti dato che, negli ultimi mesi, la squadra attorno al questore si è rinnovata, accogliendo anche il bresciano Cesare Cavallini Francolini come portavoce. Vice del questore è Lucio Vasaturo, fino a pochi giorni fa vicario a Teramo ma che si è formato come investigatore a Napoli dove ha avuto ruoli di primo piano alla Squadra Mobile e alla Dia.

«Fino ad ora abbiamo constatato che Brescia ha retto dal punto di vista sociale all’impatto dei rincari. Gli imprenditori continuano a dirci che hanno bisogno di manodopera, anche non specializzata, mentre vediamo grossa sofferenza nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi» ha spiegato Signer. Dopo l’esito delle elezioni del 25 settembre il panorama politico è cambiato e anche la pubblica amministrazione «attende indicazioni in tema di immigrazione e di gestione di alcune specifiche questioni ma sappiamo che potrebbero esserci anche proteste di piazza. Fino ad ora sono state tutte nei limiti della legge e tranne un caso non abbiamo dovuto vietare nessuna manifestazione».

La situazione è in continuo sviluppo. Un esempio su tutti: «Dopo che abbiamo accolto 7.600 ucraini scappati dalla guerra, una parte dei quali quasi subito tornati in patria, in questi giorni abbiamo avuto anche l’arrivo della prima famiglia russa con il padre in età di leva militare».

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