Il prof Donato Daldoss saluta il liceo Arnaldo dopo 32 anni

Una figura che risulta a dir poco familiare a migliaia e migliaia di studenti di corso Magenta
Il prof di educazione fisica Donato Daldoss - © www.giornaledibrescia.it
Il prof di educazione fisica Donato Daldoss - © www.giornaledibrescia.it
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Il fisico massiccio che si fa beffe dell’anagrafe, il sorriso generoso e intramontabile, l’infaticabilità del rugbista che si getta nella mischia anche (e specie) quando la sfida è tosta. Una figura, quella del professor Donato Daldoss, che risulta a dir poco familiare a migliaia e migliaia di studenti del liceo Arnaldo tra quelli dei corsi curricolari, quelli coinvolti in progetti solidali, settimane bianche e attività sportive.

Svariate migliaia di quelli passati per le aule di corso Magenta negli ultimi 32 anni hanno trovato in Daldoss non solo il docente di educazione fisica, ma un autentico trascinatore di entusiasmi ed educatore ben oltre le prescrizioni ministeriali. Dal 1987 al liceo classico cittadino, ora si accinge a lasciare la docenza, con un curriculum da riempirci tre vite o quattro: insegnante (proprio nella sua Borno) dal 1979, anno cui risale anche la sua presenza nella Nazionale di rugby, poi allenatore in serie A del Rugby Brescia (1998-2000) e delle giovanili di Brescia e Calvisano, già sindaco a Casalbuttano fino al 2014, oltre che (si fa per dire) marito e papà di tre figli.

Ma per lui l’Arnaldo, dove ha instillato i valori dello sport e della vita - lealtà, rispetto, passione, impegno -, è stato anche il luogo in cui incanalare l’energia degli adolescenti in iniziative solidali. Dallo scambio culturale del ’94 con un liceo albanese tramutatosi in un rapporto di amicizia che dura tutt’oggi, al progetto di sostegno alla missione di Pomerini, in Tanzania - avviato con don Mario Neva, tra i docenti amici che annovera fra i «maestri che hanno stimolato la passione per il sapere» assieme a Ferliga, Padula, Zanelli e al compianto Matteo Guerini - attraverso il quale circa 100 studenti negli anni hanno trascorso tre settimane in Africa accanto ai bimbi più bisognosi.

Una palestra di umanità, che fa il paio con quella vera e propria, e onore al liceo. Al capitolo ricordi, la commozione ha il sopravvento e incrina la voce stentorea, complice il registro dei saluti con i messaggi degli studenti appena letti: «Cose bellissime» assicura il prof. Che conserva memoria di episodi tristi - come la morte di due studenti nel ’95 e nel ’98, e quella del collega Guerini («cui è intitolato un dormitorio in Tanzania») -, e luminosi: «Il più divertente resta la sfida a rugby insegnanti contro alunni nel ’98, con la vice preside Pollastri a consegnare maglie fatte per l’occasione».

Né manca l’ironia del paradosso: «In 32 anni, mai vinto un campionato di rugby...». Ai giovani colleghi dice che «il trucco è quello che ho condiviso con mia figlia, oggi docente di storia e filosofia, farsi voler bene». Chiaro pure il monito per i ragazzi: «Imparate ad amare la bellezza, ma non fatevi imbrigliare nelle normative che non vi fanno volare». E a quanti volessero salutarlo, tra arnaldini ed ex, dà appuntamento a stasera (venerdì 7 giugno), all’After School Party che chiude l’anno scolastico del liceo alla Cascina Maggia: «Arrivo tardi che ho il primo consiglio comunale all’opposizione, ma arrivo». Come a dire che chiuso un capitolo, ce ne sono già altri all’orizzonte.

 

 

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