Il Presidio 9 agosto rimane in piazza Paolo VI

Ieri scadeva il tempo per andarsene dato dal Comune al comitato che protesta contro il commissariamento del depuratore del Garda
La riunione dei comitati del Presidio 9 agosto di sabato pomeriggio - Foto © www.giornaledibrescia.it
La riunione dei comitati del Presidio 9 agosto di sabato pomeriggio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il presidio 9 agosto rimane dov’è. Almeno per il momento. L’assemblea che si è svolta in piazza San Paolo VI sabato pomeriggio ha infatti deliberato che il gazebo bianco che da quasi 570 giorni è posizionato di fronte l’ingresso di Palazzo Broletto per protestare contro il commissariamento della depurazione del Garda non può spostarsi proprio adesso. Non ora, quando «sono stati raggiunti obiettivi importanti», dall’ottenimento del finanziamento regionale - 120mila euro - per uno studio approfondito sull’ecosistema del fiume Chiese alla solidarietà dei parlamentari bresciani, che a Roma stanno facendo pressione per rivedere il decreto che ha indicato nel prefetto la figura del commissario alla depurazione.

«Chiedere adesso al presidio di spostarsi – scrivono in una nota i comitati – sarebbe un po’ come chiedere al portiere di uscire dall’area mentre si tira il rigore».

Ieri, domenica 26 febbraio, è scaduto il tempo che il Comune aveva offerto al presidio per lasciare la piazza. Secondo Palazzo Loggia, la presenza del gazebo potrebbe impedire l’utilizzo di quello spazio «per iniziative di valore culturale all’interno del palinsesto di Brescia capitale italiana della cultura» e per questo da lì deve spostarsi.

Contro il provvedimento del Comune i manifestanti nei giorni scorsi hanno depositato un ricorso al Tar. All’assemblea pubblica hanno partecipato simpatizzanti e rappresentanti di svariate realtà associative, circa 60 quelle che nei giorni scorsi hanno scritto lettere di solidarietà al presidio contro la decisione della Loggia. «Un’ora e mezza di interventi appassionati – continua la nota – i quali in maniera univoca ci hanno esortato a rimanere al posto che faticosamente e continuativamente impegniamo da quasi cinquecentosettanta giorni».

I referenti dei comitati non vogliono però «rinunciare al tentativo di proseguire il tavolo di confronto già aperto con il Comune, al fine di risolvere questa incomprensibile vertenza». Si tratta ora di attendere la prossima mossa di Palazzo Loggia.

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