Il pomodoro con il nasone

Quando il mondo vegetale ci fa riflettere
Il pomodoro nasone - © www.giornaledibrescia.it
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Non ho un pomodoro preferito. Nell’insalata mi piace il costoluto, croccante. Apprezzo anche il dolce datterino, ma senza esagerare. Ovviamente se devo preparare la passata utilizzo il San Marzano. Non amo i ciliegini, mi fanno antipatia nel loro essere pacchianamente alla moda. Nel mio orto metto quindi a dimora piantine di molteplici varietà. Quest’anno (e me ne scuso) troverà spazio anche il cuore di bue Rosamunda, appunto rosa. Non solo, essendo io un acquirente beone che si lascia attrarre da tutto ciò che suona di novità, ecco allora due piantine del pomodoro nasone.

Le ho prese anche per una certa affinità elettiva. In quarta superiore andammo in gita a Pisa. Mentre ammiravamo la torre pendente ci imbattemmo in uno di quegli artisti che ti fanno la caricatura. Essendo io naturalmente leader della classe, venni spinto a fare da modello. Non fui entusiasta del risultato. Ma come? chiesi, mi ha disegnato tutto naso, mi sembra esagerato. Di diversa opinione i miei compagni. In quel momento mi sono sentito come Vitangelo Moscarda, il protagonista di Uno, nessuno e centomila. Mentre il personaggio pirandelliano si sta guardando allo specchio viene sbeffeggiato dalla moglie: stai controllando da che parte ti pende il naso? gli chiede lei, e lui sorpreso: mi pende il naso? In quella piazza dei miracoli trovai sostegno in Vittorio, con la sua straordinaria capacità naturale di semplificare, leccando un gelato fragola e cioccolato che gli colava sulla felpa, mi disse: non è il naso grosso, è la faccia troppo piccola. La vita è un punto di vista.

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