Il Pdl a Saglia dopo le dimissioni: «Ci ripensi»

Non se l'aspettavano proprio. Le dimissioni di Stefano Saglia da coordinatore cittadino del Pdl hanno sorpreso il partito.
AA

Non se l'aspettavano proprio. Le dimissioni di Stefano Saglia da coordinatore cittadino del Pdl hanno sorpreso il partito e ora, a due giorni dalla comunicazione dell'ex sottosegretario, non c'è un orizzonte chiaro per il dopo Saglia. Anzi, si vuole evitare che ci sia un post.
«Non c'è un piano B, vogliamo che funzioni il piano A - dice il coordinatore provinciale Alessandro Mattinzoli -. Vogliamo che Stefano ci ripensi». Lo chiama per nome, da amico, perché ieri «il lavoro ai fianchi» per riconquistare Saglia è stato fatto «da amici che in maniera informale gli hanno parlato perché riteniamo che sia il più adatto a svolgere il ruolo di coordinatore in città».

A poco più di un mese e mezzo dalle elezioni comunali il Pdl «ha bisogno dell'aiuto di Saglia». «La sua è una posizione legittima e personale - prosegue Mattinzoli -. Ha ribadito che non c'è alcun problema politico con qualcuno. Però noi chiediamo che torni, anche temporaneamente». Un ripensamento a termine, per puntare alla Loggia con Adriano Paroli. Poi, si vedrà.
Già, Paroli. Le dimissioni di Saglia sono arrivate nel giorno in cui il sindaco ha aperto la campagna elettorale. Una coincidenza amara, sebbene l'ex coordinatore parli di questioni lavorative, che gli impediscono un impegno full time nel Pdl, e non di problemi politici. Lo stesso Mattinzoli, tra l'altro, non era presente venerdì sera nella sede del comitato elettorale. Le aperture di Paroli ad un orizzonte più civico e meno partitico agitano il Pdl, anche nelle recenti derivazioni. Il rientro del caso Saglia, seppur in via temporanea, limiterebbe i fronti su cui Paroli deve muoversi per mantenere l'equilibrio elettorale.

Certo è che la fuoriuscita delle voci sulle dimissioni prima che il partito le ufficializzasse non facilitano il lavoro di chi deve ricucire. Nella lettera di venerdì al coordinatore regionale Mantovani, Saglia ribadiva l'impegno da attivista e restava «a disposizione per concordare tempi e modi della comunicazione esterna di tale decisione in modo da non danneggiare il Partito e il Sindaco alla vigilia dell'appuntamento elettorale». Di fatto, non c'è stato il tempo di concordare alcunché. Ma a chi chiede su Facebook a Saglia perché non si candidi a sindaco, lui risponde: «Perché c'è già ed è pure bravo».
Emanuele Galesi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia