Il Mondiale dalle mille perplessità

La rubrica «Forse non tutti sanno che...» della Settimana Enigmistica potrebbe mettere tra le sue curiosità il fatto che oggi, alle 17 ora italiana, con Qatar-Ecuador inizia il primo Mondiale della storia che fa parte della collezione autunno-inverno.
Sarà perché l’Italia lo guarda da spettatrice per la seconda volta di fila (e con l’Europeo c’eravamo fatti la bocca buona), sarà perché a parte la serie A tutto il resto del mondo, sportivo e non, ha i canonici ritmi che non sono quelli estivi, sta di fatto che l’appuntamento in Qatar a oggi, dal punto di vista dell’interesse, è ecologista, ad «emissioni zero».
Il rischio poi, inevitabile visto il luogo scelto con poca lungimiranza, è che si parli più di politica che di pallone, di capi di Stato più che di Messi. Il problema dei diritti umani non può essere taciuto, chiedere ai calciatori di fare «il loro mestiere» poco rispettoso anche verso il cervello, funzionante, di coloro che le emozioni le regalano coi piedi.
Viene però un dubbio soprattutto verso coloro che la voce l’hanno alzata nelle ultime due settimane: l’assegnazione del Mondiale al Qatar è datata dicembre 2010, forse in 12 anni qualcosa in più poteva essere fatto per non arrivare alle battaglie dell’ultimo minuto. La speranza? Che nei cieli del Qatar splenda alla fine l’arcobaleno.
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