Il mistero staminali, Cryo Save fallita anche in Svizzera

La sentenza elvetica scrive un nuovo capitolo sul caso delle cellule scomparse
La conservazione: in Italia non è consentita quella autologa
La conservazione: in Italia non è consentita quella autologa
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Il caso staminali scomparse è più che mai internazionale. Dopo il fallimento a luglio scorso della Cryo Save Italia, è andata incontro allo stesso destino nelle scorse ore anche la casa madre svizzera della banca genetica privata che dal 2010 ha stoccato le cellule prelevate dal cordone ombelicale di neonati per la crioconservazione autologa che in Italia non è consentita.

«Con ordinanza il giudice unico del tribunale distrettuale di Höfe ha dichiarato il fallimento della società con effetto dal 16 settembre 2019, ore 15, la società viene sciolta» si legge nel provvedimento finito agli atti di un’inchiesta aperta dal tribunale di Ginevra in seguito alla denuncia dell’Ufficio federale della sanità pubblica. «Secondo alcuni indizi - viene spiegato dalla Svizzera- l’azienda avrebbe commesso reati violando la legge sui trapianti».

Sono quindicimila le famiglie italiane coinvolte e tra queste anche molte bresciane che non sanno che fine abbia fatto il materiale genetico del figlio dopo che la Cryo Save aveva annunciato, dieci giorni prima del fallimento della sede italiana, il trasferimento dei campioni in laboratori polacchi, in virtù di un contratto di sub appalto con un’altra banca che ora non è però in grado di dare certezze ai genitori che chiedono di sapere se e come sono conservate le cellule. Il fallimento della Cryo Save AG arriva dopo che le autorità sanitarie svizzere avevano revocato al gruppo elvetico la licenza per la gestione e conservazione delle staminali e per l’importazione ed esportazione di cordoni ombelicali.

 

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