Il Mantècol de Proèze e i Saiani bimillenari

La carta d’identità di un territorio e quella delle persone
Chiesetta di San Rocco e resti antichi - © www.giornaledibrescia.it
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Potenza della toponomastica. Perché i nomi dei luoghi sono la carta d’identità di un territorio, raccontano delle sue origini e della sua storia. E - nel Bresciano - raccontano tra l’altro di come duemila anni fa la presenza romana abbia profondamente e indelebilmente disegnato il paesaggio. Una delle fette di provincia in cui questa eredità è particolarmente leggibile è quella morbida fascia pedecollinare che dalla forcella di Provaglio d’Iseo arriva fino a quella di Gussago.

Già il nome Provaglio (in dialetto Proài) ricorda un Pro vallem che indica lo stare all’apertura della valle sebina. E c’è anche a Provezze un’altura che il dialetto chiama Mantécol e le mappe di oggi Montecolo: è semplicemente un monticolus, un piccolo monte in latino. Ma poi c’è il nome delle località. Che racconta di quella tradizione tutta romana la quale - alla fine di una leva ventennale - trasformava i legionari in coloni, assegnando loro un terreno da coltivare. E così il luogo prendeva il nome gentilizio della famiglia che vi si radicava. Ecco allora - sempre nel comune di Provaglio - le frazioni di Sergnana (che rimanda ad un colono Serenianus) e Persaga (Persius).

Uscendo da Provaglio verso Sud Est via via troviamo - tra l’altro - Valenzano (Valentius), Calzana (Calitianus), Passirano (Passerius), Saiano (Sallianus) e Gussago (Acutiacus). Tutti coloni romani. Destino dei destini: se all’origine sono i nomi gentilizi a indicare i luoghi, poi nei secoli tocca ai luoghi dar nome alle persone. E così abbiamo bresciani - i Saiani, ad esempio - che possono vantare un cognome vecchio di duemila anni. Potenza della toponomastica.

 

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