Il giro dell’Elba in 12 giorni: Giorgio Perazzolo nuota per novanta km
Sono molti i bresciani che nella stagione estiva decidono di trascorrere un periodo di vacanza sull’isola d’Elba. La terza per superficie delle isole italiane rappresenta un autentico paradiso attorniato dalle acque del Tirreno, un territorio generoso nella sua offerta di spiagge, sentieri e contesti di pregio naturalistico, in virtù dei quali è stata inserita, con altre sei isole minori, nell’ambito diffuso del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Viaggio speciale
Tra i bresciani partiti per l’Elba in queste settimane c’è chi ha scelto di trascorrere una vacanza all’insegna della solitudine, dell’autonomia totale, dell’attività sportiva e dell’avventura. Giorgio Perazzolo abita a Bovezzo e appartiene al Gruppo sportivo Cani Bagnati. I presupposti per la sua vacanza elbana sono stati, come per molti turisti che scelgono queste località, l’amore per l’acqua, il mare e il nuoto, ma l’organizzazione del suo soggiorno non ha previsto la prenotazione di alberghi, bensì un viaggio solitario a forza di bracciate attorno alle coste dell’isola che ha accolto in esilio Napoleone Bonaparte: 147 chilometri di sviluppo ricchi di promontori, baie, calette, fondali limpidi sotto le rocce granitiche a strapiombo sul mare. Il viaggio speciale di Perazzolo in questo Eden ha avuto quale unico compagno il socio «William».

Con questo nome, ispirato allo scrittore americano William Arthur Ward, Giorgio ha voluto dare riconoscimento alla piccola zattera composta da una struttura di alluminio leggero autoprogettata, e realizzata mediante l’utilizzo di una tavoletta da piscina, bottiglie in plastica, fascette da elettricista e un barattolo stagno. Il fedele compagno trainato mediante uno spezzone di corda legato in vita ha permesso di trasportare il materiale necessario per il lungo trekking acquatico, ridotto al minimo per problemi di spazio e di peso: acqua, cibo, documenti, cappellino, ciabatte, indumenti leggeri. E con l’aggiunta solo di un materassino gonfiabile e di un sacco letto, utilizzati per accamparsi sotto le stelle, senza tenda, sulle spiagge e tra la vegetazione mediterranea.
Bracciata dopo bracciata
«Il mio viaggio a forza di bracciate è durato dieci giorni con partenza e arrivo alla spiaggia di Enfola», ha raccontato Perazzolo, «con dodici totali dato che in due sono stato fermo a causa di un problema alla cornea che mi ha costretto a trascorrere una notte al pronto soccorso». Complessivamente sono stati percorsi a nuoto 90 chilometri (tappa più lunga nuotata di 12), con una tappa non completata in acqua da Rio Marina a Nisporto a causa dell’arrivo del maestrale che ha reso il mare troppo pericoloso, rendendo necessario un tratto di trasferimento a piedi: «Con quelle condizioni mi sono sentito un coriandolo in mezzo a una piscina olimpionica», riferisce Giorgio.
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Il percorso è stato carico di imprevisti: diversi e dolorosi incontri con le meduse, la fuga da un cinghiale in spiaggia, la rottura della guaina impermeabilizzante del barattolo, la perdita di alcuni oggetti. Alla fine comunque tutto si è concluso per il meglio. Il viaggio di Perazzolo mostra come, con un po’ di coraggio, creatività e preparazione, gli sport outdoor offrano ampi spazi per vivere appieno il fascino della natura, dell’avventura e della mobilità sostenibile.
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