Il figlio del procuratore: «La rapina per urgenza di soldi»

Gianmarco Buonanno davanti al gip ha ricostruito le circostanze in cui è maturato l'assalto al supermercato
Il carcere di Bergamo © ANSA/PAOLO MAGNI
Il carcere di Bergamo © ANSA/PAOLO MAGNI
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Domani mattina Gianmarco Buonanno comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Bergamo. Il giovane, figlio del procuratore capo di Brescia, già il giorno dopo la rapina si era presentato dai magistrati bergamaschi per ammettere le proprie responsabilità.

«Fornendo una versione dei fatti ampiamente confessoria, sebbene lacunosa ed inverosimile sotto diversi aspetti» scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. «Il suo è stato un atteggiamento apparentemente collaborativo, ma realmente limitato ad ammettere l’ovvio, tacendo le circostanze concretamente utili alle indagini, nonché cadendo in numerose contraddizioni».

Gianmarco Buonanno ha spiegato di aver pensato di rapinare il supermercato perché aveva bisogno di soldi. Non ha saputo dire chi fosse il terzo uomo del gruppo dopo che il primo rapinatore era già stato arrestato. Il gip di Bergamo ritiene «reticente» il 32enne circa le armi utilizzate, la mitraglietta da lui imbracciata e una pistola. Il figlio del procuratore ha spiegato di averle comprate per 1200 euro in contanti a Zingonia da uno spacciatore di origine africana che conosce, ma non ha saputo indicare dove abiti e un numero di telefono.

«Gianmarco Buonanno - scrive il gip - anche se formalmente incensurato ha reso dichiarazioni dalle quali si evince una spiccata spregiudicatezza, avendo dichiarato di avere avuto l’idea di rapinare il supermercato in quanto rappresentava “il modo più facile per procurarsi tanti soldi”, nonché di essersi procurato le armi in maniera piuttosto agevole contattando il proprio pusher che egli sapeva in grado di fornirgliele».

 

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