Il diavolo fa paura: duemila bresciani dall'esorcista

In costante crescita il numero di quanti si rivolgono ai 7 preti esorcisti incaricati dalla Diocesi: nel Bresciano sono circa 2.000
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Il diavolo esiste o temerlo è come credere agli gnomi del bosco? È una presenza reale o è una dimensione dell’irrazionale che ci riporta al buio del Medioevo? Il demonio può davvero insinuarsi nel quotidiano, potenzialmente nella vita di ognuno di noi, o è solo il protagonista, spesso grottesco e pacchiano, di film e fiction?

Se per rispondere a queste domande scegliamo di basarci sui dati oggettivi, ovvero su quante persone si rivolgono agli esorcisti, la risposta è solo una: il diavolo esiste. Secondo i dati della nostra Diocesi, nel 2015 oltre 2mila persone hanno chiesto aiuto agli esorcisti bresciani; l’anno precedente erano circa 1.700 e nel 2016 il dato è ulteriormente in crescita.

Solo il 10% di queste persone sono realmente possedute, e solo per queste si compie il rito dell’esorcismo vero e proprio, ma stiamo comunque parlando di almeno duecento persone all’anno. E questo per limitarci al Bresciano.

Chiaramente per chi non ha il dono della fede neanche questo è sufficiente, si preferisce catalogare anche i posseduti come vittime di patologie psichiatriche, o di qualcosa di simile. E certo non basta a convincere gli scettici la constatazione che i sette esorcisti diocesani, coordinati da don Oliviero Faustinoni, prima di praticare l’esorcismo studino il caso con grandissima attenzione; l’esperienza e la preparazione consente loro, appunto, di scartare l’ipotesi demonio nella stragrande maggioranza dei casi.

Tre anni fa dal Vaticano è arrivato l’impulso a riorganizzare il servizio degli esorcisti. Brescia ha subito risposto positivamente: per rendere il contatto con gli esorcisti il più semplice e immediato possibile è stata creata una sezione del sito della Diocesi dove è possibile trovare i loro numeri di telefono e dove operano.

«È emerso un vero mondo parallelo - spiega don Faustinoni -, un mondo fatto di sofferenza: le persone che si rivolgono a noi sono in costante aumento». Il più delle volte chi si rivolge all’esorcista ha soltanto bisogno di qualcuno che ascolti il suo dolore, il suo malessere. «Il sacerdote - continua don Oliviero - deve fare un attento discernimento, capire di cosa ha realmente bisogno chi chiede il suo aiuto: l’equilibrio dell’esorcista è fondamentale».

La quasi totalità di chi è o si crede indemoniato è passato da esperienze esoteriche, da maghi e cartomanti: «Una negatività che si carica sulle spalle delle persone, noi le aiutiamo a ritrovare la serenità». Quando si parla di indemoniati non dobbiamo però pensare alle scene del cinema: uomini e donne che si arrampicano sui muri, che parlano lingue antiche o che sputano chiodi: «Casi simili a quel che accade nel film L’esorcista sono totalmente residuali, una percentuale infinitesimale». Anche l’eccessiva aggressività è quasi esclusivamente figlia dei copioni cinematografici.

«Invocare il maligno - prosegue il sacerdote - può essere anche un modo per scaricare su qualcosa di esterno, che non dipende quindi da noi, la nostra incapacità di affrontare la realtà. Proprio per questo è fondamentale rivolgersi a professionisti seri come gli esorcisti». A padre Gabriele Amorth, il famoso esorcista morto recentemente, veniva contestato di vedere il diavolo ovunque, serafica la sua replica: «Ditemi voi dove non c’è». Ognuno risponda come vuole.

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