Il destino beffardo e i sogni da schivare

La Passiflora è pianta particolarmente esigente, ne ho messe molte a dimora nel mio giardino, senza però mai godere dei suoi entusiasmanti frutti. I fiori hanno certo trionfato, attirandomi ovviamente l’invidia del vicinato e financo del passante casuale, ma nulla più. Dopo numerose ricerche, ho finalmente trovato una pianta che mi è stata garantita come produttrice di frutti, il frutto della passione, non so se mi spiego. Per ora non ho ancora raccolto nulla, ma mi è stato spiegato che si deve attendere qualche anno, la pianta deve ambientarsi e poi potrà ripagare il coltivatore che amorevolmente si prende cura di lei. Serve pazienza, esercitarla è un esercizio importante, soprattutto in questi tempi frenetici. Si attende, ma poi si verrà ripagati.
Un po’ com’è accaduto alla signora Marcella, assunta come bidella: aveva fatto domanda 37 anni fa. Che meraviglia, «un sogno che si realizza» ha detto la donna, che nel frattempo da Brindisi si era trasferita in Germania. Ma la polverosa burocrazia statale non si è mai dimentica di lei, il suo nome è pian piano salito fino ad arrivare al primo posto: quel ruolo spettava a lei. E lei ha accettato, un destino così beffardo merita soltanto di essere assecondato. I sogni sono importanti, anche io, sotto la scorza da cinico orticoltore, conservo un animo sensibile, sogno come un influencer qualsiasi che racconta le aspettative nelle sue storie su Instagram.
Come diceva quello, da un momento all’altro potrebbe arrivare qualcuno che ti prende per mano e ti stravolge la vita. Per questo io ho sempre le mani in tasca.
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