Il club dei dissidenti e il «coraggio» a 5 stelle

Dietro le quinte della campagna elettorale
Palazzo Loggia.  © www.giornaledibrescia.it
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Altro che «mesi di fuoco» per chi si prepara ad affrontare la prova del voto (che se vuole essere eletto, per qualunque ruolo, un po’ di fatica può pure sopportarla). I veri mesi di inferno sono quelli che si troveranno ad affrontare - di qui a qualche settimana al massimo - vertici, iscritti e titolari di imprese, associazioni, sindacati, per non parlare di artigiani e commercianti: tutti, ora, li vogliono incontrare.

Un po’ come i due temi che andranno a comporre la hit parade di questa campagna elettorale: ambiente e partecipazione. Tra un Pd che li sfoggia come fiori all’occhiello e i pentastellati che li rilanciano come una gran novità.

Avvisi pubblici. Ogni cinque anni (la scadenza è ovviamente casuale...) il ritornello unisce politici, partiti e movimenti di ogni schieramento e livello: «Incontreremo le categorie e parleremo con loro» (e non è mai solo una frase e basta, se si ascolta con attenzione si sente, in sottofondo, la colonna sonora de «Lo squalo»).

Punto primo: perchè, durante gli altri mesi e anni del mandato, al governo come all’opposizione, c’era una ordinanza restrittiva?

Secondo: l’annuncio pubblico, per la precisione, serve ad avvisarli che devono liberare l’agenda oppure è solo per comunicarlo loro in modo più rapido? Certo, è un’occasione anche al contrario, per discutere di problemi reali, ma forse avrebbero preferito discuterne, che ne so, tre mesi fa, due anni fa, fra otto mesi. E allora non ci si potrebbe organizzare un pochino meglio?

I mesi duri sono per loro, per le categorie: non siamo neppure a metà gennaio e già sono «avvisati» da Forza Italia, Pd e Movimento 5 stelle.

Grinta privata. A proposito di M5s: Guido Ghidini, presidente del Consiglio di quartiere di Urago Mella (non ha ancora parlato molto, ma ha già avvisato le categorie: quell’incontro si farà), raccoglierà il testimone di Laura Gamba. Che ha condotto una opposizione molto composta, quasi anomala se raffrontata al «portamento grillino» (dalla Lombardia a Roma).

Altri, invece, descrivono Gamba un po’ come quella compagna di classe diligente, «nè genio nè lavativa» (politicamente parlando s’intende), che diventa subito la coccolina dei professori. E Ghidini si vocifera essere sulla stessa lunghezza d’onda: «È il più vicino a questa maggioranza» si sono lasciati sfuggire più consiglieri seduti in entrambi gli schieramenti.

Forse perchè quando ha annunciato la sua candidatura si sono subito palesati il polso, la fermezza e la grinta con la quale i pentastellati si preparano ad affrontare la sfida con l’attuale compagine di maggioranza. Ha detto: «Non sono molte le cose che non sono andate bene in questi anni, ma alcune questioni vanno corrette» (una débâcle politica simile, in clima da campagna elettorale, non si vedeva da quando, nel cartone animato della Carica dei 101, i dalmata si mettono ad azzannare la pelliccia di Crudelia De Mon). Eppure Ghidini è lo stesso che, insieme ai colleghi di Urago Mella, ha minacciato le dimissioni in tronco perchè con la Loggia è mancato il confronto su dove collocare l’isola ecologica. Sembra quasi che abbia fondato il «club dei dissidenti», salvo poi aver preferito non entrare a farvi parte.

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