Il Civile sul caso Stamina: nessun raccomandato

Il comunicato: «Mai fatto pressioni per ammettere al trattamento pazienti individuati dall’Azienda».
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«È priva di qualsiasi fondamento - e l’Azienda si riserva di assumere ogni iniziativa a tutela della propria immagine - l’affermazione del dottor Marino Andolina secondo cui sarebbero state fatte pressioni su Stamina per ammettere al trattamento pazienti individuati dall’Azienda stessa con priorità rispetto ai pazienti Stamina, che viceversa sono stati i primi ad essere sottoposti al trattamento medesimo».

Viene affidata ad uno stringato comunicato la posizione dell’azienda ospedaliera cittadina a commento delle dichiarazioni del vicepresidente di Stamina Foundation che, nella trasmissione «Presa Diretta» in onda ieri sera su Rai Tre, ha dichiarato che «a Brescia vi era interesse di alcuni importanti personaggi di vedere curati se stessi o i propri congiunti». Gli stessi conduttori della trasmissione hanno posto la domanda di come il metodo Stamina fosse approdato in un ospedale pubblico.

Contattato dal Giornale di Brescia, Ezio Belleri ( commissario straordinario del Civile dall’aprile scorso) ha spiegato che: «L’Azienda ospedaliera nel 2011 ha avviato un programma di terapia che prevede la somministrazione di cellule staminali in casi elezionati. A seguito di un’ispezione compiuta dai Nas, è stata inibita la prosecuzione della terapia». All’epoca i pazienti erano 12. «Dall’estate del 2012 - riprende Belleri - se ne sono aggiunti altri, su ordine dei Tribunali amministrativi. Da allora ad oggi, noi agiamo senza alcun margine di discrezionalità, ma su imposizione della magistratura».

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