Il casco delle donne in chemio. «Per riconoscerti allo specchio».

L’Associazione Esa e le famiglie Dalla Bona donano una seconda «dignicap» al Civile
Day Hospital oncologico. Alcune donne indossano la cuffia salvacapelli durante la chemio. Con loro, la coordinatrice Elisabetta Conti
Day Hospital oncologico. Alcune donne indossano la cuffia salvacapelli durante la chemio. Con loro, la coordinatrice Elisabetta Conti
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«Non per essere bella, ma normale. Sentirti te stessa anche con la malattia e riconoscerti quando ti guardi allo specchio».

Lo afferma con un flebile sorriso una delle molte pazienti che si sottopone a chemioterapia al Day Hospital oncologico dell’Ospedale Civile. È importante, mantenere la propria dignità. Ed è possibile, grazie al casco della «dignicap» perché, raffreddando la testa durante la chemioterapia, salva i capelli e aiuta la donna a curare la malattia, restando persona.

La chemio senza parrucca non è una novità per il Civile dove, all’inizio del 2016, è entrata in funzione la prima «dignicap». Ora raddoppia, con una seconda macchina, facendo del Civile l’unico ospedale pubblico in Italia ad avere due macchine, per quattro postazioni, per sedute completamente gratuite.

Entrambe, sono state donate dall’Associazione Esa, educazione alla Salute attiva presieduta, da dieci anni al fianco delle donne, con un impegno particolare sulla prevenzione in giovane età, quando le persone non sono ancora entrate nei programmi di screening della sanità pubblica. La seconda «dignicap» - 60 mila euro circa il costo complessivo della macchina - è stata acquistata grazie ad un generoso contributo della famiglia Dalla Bona.

Ad ora, sono state 115 le donne che hanno usato «dignicap», con buoni risultati, dal momento che il 60% non ha perso i capelli e l’11% ha avuto una caduta parziale durante la chemioterapia. Solo per tumore al seno. «Per ora funziona solo per la chemio usata in donne con tumore al seno, ma non si escludono altre indicazioni» ha spiegato ieri al Civile Alfredo Berruti, annunciando un allungamento fino alle 18 degli orari di apertura del Day Hospital per dare risposta ad un numero crescente di pazienti. L’orario dovrebbe essere operativo da gennaio, con l’avvio dell’utilizzo della seconda «dignicap».

Edda Simoncini è entrata nel merito della scelta delle pazienti che possono indossare la «dignicap»: «Solo donne che sono sottoposte a trattamento chemioterapico adiuvante post-chirugico. Ogni caso, tuttavia, è un caso a sè e la valutazione viene fatta dagli specialisti, tenendo conto, però, che i fastidi, in genere, si limitano ad una lieve cefalea e al freddo, perché il cuoio capelluto per qualche ora viene tenuto ad una temperatura intorno ai 3-5 gradi».

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