Il buon brodo della gallina vecchia

Il caldo eccessivo mi annoia. Mi indispettisce quel costante sudaticcio che rende ineleganti le giornate. In questo periodo, ovviamente, mi vesto di chiaro, bevo molta acqua ed evito di uscire nel primo pomeriggio. I colpi di sole sono dietro l’angolo. Erano evidentemente in abiti molto scuri e disidratati i paladini dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente quando hanno deciso di partire per una crociata contro Cochi e Renato. La loro colpa? «La canzone "La gallina" è un inaccettabile insulto agli animali, in particolare nella strofa dove si dice che “La gallina non è un animale intelligente lo si vede da come guarda la gente”, e per questo motivo andrebbe perlomeno modificata togliendo dalla stessa strofa la parola "non" in quanto in quella parola sta l’insulto verso i polli e le galline».
La gallina è una canzone del 1973, ma oggi più che mai, per gli animalisti, ha senso la loro battaglia: «Canzoni che allora facevano sorridere oggi rischiano invece di far piangere la stragrande maggioranza degli italiani». Che straordinaria sensibilità.
Quando al tramonto osservo il mio orto, insieme all’orgoglio per una coltivazione così rigogliosa, percepisco un po’ di malinconia, mi piacerebbe avere compagnia. Ho quindi deciso di creare un pollaio, inizierò con una gallina padovana, meravigliosa nel suo pomposo piumaggio. E se lo vorrà le prenderò anche un gallo, non sono uno geloso. Staremo insieme a lungo, e quando lei si sarà fatta vecchia, e tirerà il gambetto, mi farà l’ultimo regalo, un sontuoso brodo. Lo sorseggerò pensando a lei. Con le lacrime agli occhi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
