Il blues dell'autonomia: Vittorio superstar con Elio
Disabili protagonisti di un videoclip? Sì, «Si può fare»: ecco la risposta, che dà anche il nome al laboratorio musicale ideato nel 2013 da Davide Zubani e che, proposto un po’ in tutta la provincia, ha prodotto recentemente «Questione di autonomia». Il video è stato realizzato dagli ospiti del centro diurno disabili «Italo e Beatrice Gnutti» di Fobap Onlus a marchio Anfass di Brescia, a conclusione di un percorso educativo guidato.
Insieme alle educatrici Elisa Vecchi, Elena Carera e all’operatore sanitario Davide Ballini, in «Si può fare» i disabili si sono infatti serviti del linguaggio universale della musica per trasmettere le emozioni. Superate così le barriere dei deficit cognitivi, sensoriali e motori che frenano talvolta la loro comunicazione, è nato un accomodante blues, di cui hanno curato la cellula ritmica con le percussioni.
Ma c’è di più: usciti dalla sala di registrazione, i vari Angiolino, Oumayma, Silvia, Barbara, Giulia e Andrea si sono resi disponibili pure per le riprese del videoclip, in featuring con Stefano Belisari, meglio noto come Elio di Elio e le Storie Tese. Il frontman dell’irriverente band (scelto non a caso: è infatti padre di un figlio autistico e testimonial di una campagna che richiede attenzione alle istituzioni sul tema) nello specifico appare in collegamento sul monitor di una radio d’epoca: «Radio Bovida - specifica Zubani -, chiamata così dopo che Sergio (un utente del cdd, ndr) ha giocato col mio nome, trasformandolo in Bovide. Ci abbiamo riso sopra e deciso d’inserirlo nel video: un’esperienza, dove si dimostra come anche i più fragili possano esprimere argomenti importanti».
A tal proposito, con Sergio nei panni di oste dietro il bancone del The Unicorn pub, in città, Vittorio Cavagnari si scopre ottimo autore e attore: «Mai avrei pensato di avere certe qualità», confida allora mentre legge il testo della canzone da lui scritto e rivede la clip nella quale, vestito elegante, tratta con profonde riflessioni la libertà, la solitudine e la conquista dell’autonomia. Un argomento, quest’ultimo, che i rappresentanti di Anfass e Fobap Maria Villa Allegri, Giovanni Farinacci e Filippo Perrini ritengono centrale: «Dobbiamo aiutare i disabili a raggiungerla - dicono -, lasciando altresì loro la libertà per quell’autodeterminazione su cui s’interroga Vittorio e lo spazio per esprimere le loro potenzialità affinché l’inclusione abbia successo». Sì, si può fare davvero.
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