Il bibliotecario di Rezzato Armando Azzini e l'amore per la poesia rinato tra i libri

Con il suo componimento in dialetto «Dezèmber» si è aggiudicato il concorso «San Faustino e Giovita»
Armando Azzini, bibliotecario alla «Anna Frank» di Rezzato - © www.giornaledibrescia.it
Armando Azzini, bibliotecario alla «Anna Frank» di Rezzato - © www.giornaledibrescia.it
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Un bibliotecario con la passione per la poesia dialettale. Lui è il rezzatese Armando Azzini e, nei giorni scorsi ha vinto con la sua poesia «Dezèmber», l’ambito «Premio di poesia SS. Faustino e Giovita» che la città di Brescia in occasione della festa dei patroni dedica alla poesia declinata nel nostro dialetto.

Biblioteca e poesia, due mondi che Armando 65 anni conosce e padroneggia perfettamente. Il primo lo vede dal 1996 lavorare nella biblioteca comunale «Anna Frank», attento alle esigenze degli utenti che si affidano alla sua professionalità e ai suoi consigli.

Tra i libri

Un mondo lavorativo che gli ha permesso di tornare a sentire la poesia, che per alcuni anni aveva se non accantonato poco praticato. «Entrare in biblioteca - racconta – è stato come pacificare attraverso i libri la mia inquietudine, facendo sbocciare nuovamente la passione per la scrittura, che da allora è arrivata in modo particolarmente prolifico».

Infatti paradossalmente il silenzio che solitamente regna nelle biblioteche, è come se avesse richiamato l’altro grande silenzio soprattutto quello invernale, delle campagne della bassa bresciana esattamente Calvisano, dove Armando ha le sue origini e, dove ha trascorso gli anni della prima adolescenza, per poi trasferirsi con un «grande strappo» a Brescia e successivamente a Rezzato. Un mondo contadino che ama profondamente e fa parte di lui, nel quale si riconosce e si rifugia quando ha bisogno di introspezione.

I legami

«Ho mantenuto legami molto forti con la mia famiglia di origine – sottolinea ancora Armando - proprio perché per me il richiamo della terra, di quelle atmosfere che sembrano sospese in un tempo che scorre lento, ”melodia del tep chel va a bélase” come cita in un passaggio di “Dezèmber”, un mondo contadino semplice e ricco di valori umani è quello dal quale traggo ispirazione». Atmosfere e sensazioni che da sempre ispirano le sue poesie per la maggior parte declinate in dialetto, una lingua che gli è congeniale, quasi intraducibile in italiano ma capace di raccontare ed emozionare.

Alcuni suoi testi poetici sono stati musicati e inseriti anche nei loro repertori da Piergiorgio Cinelli, Daniele Gozzetti, Paolo Milzani-Bressanova, a seguito del progetto «Goi de cöntala» di Associazione Palcogiovani.

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