I sogni di Chiesanuova, dalle ciclabili al centro aperto a tutti

Non è una lista della spesa. E nemmeno un elenco di sogni irrealizzabili. Sono obiettivi per cui «dobbiamo lavorare», dicono dal quartiere Chiesanuova quando osservano ciò che manca. Ad esempio? Una biblioteca. Parchi fruibili senza doversi poi lavare scarpe e mani per paura del pcb. Piste ciclabili che consentano di attraversare il quartiere (collegando ad esempio la Noce a Chiesanuova) e di connetterlo ad altre zone della città (a partire dal Villaggio Sereno). O ancora limitazioni al traffico in via Fura e in via Roma, con la seconda trasformata in una pista di velocità da parte di chi va e torna da Campo Grande.
«Serve anche un centro di aggregazione aperto a tutti. Ai giovani, in particolar modo, ma in generale agli abitanti della zona». Quando Stefania Baiguera ne parla ci sembra di sentire il rimbombo delle nostre voci nell’enorme sede vuota di via Livorno. La presidente del consiglio di quartiere attraversa quello che un tempo era il centro sociale di Chiesanuova, che ha ospitato per un breve periodo anche un distaccamento della Locale. Ora è un’entità immobile: ha una grande sala usata per incontri, per il teatro o per le preghiere dei rappresentanti di una chiesa evangelica, e c’è poi una parte più piccola riservata ai lavori del consiglio. «E poi ci sono tutta una serie di sale concesse con una delibera del Comune ad associazioni d’arma che non hanno legami con questa zona e che oltretutto vengono solo saltuariamente». È anche da un ripensamento di questi spazi che dovrebbe partire la nuova consiliatura, quando in novembre ci saranno le elezioni.
Baiguera non si ricandiderà («su oltre seimila abitanti ci sarà qualcuno che vuole metterci la faccia e lavorare»), anche se è soddisfatta di questi quattro anni quasi giunti al termine: «La parte più difficile è stata avviare il consiglio, fare sapere agli abitanti che esiste, ma che è uno spazio di lavoro e di confronto. Non siamo qui a raccogliere le segnalazioni delle buche». Un lavoro che è servito a intrecciare relazioni con le associazioni del quartiere e a seguire progetti di riqualificazione come quello che nei prossimi mesi interesserà proprio via Fura e via Roma, destinate a diventare zone 30. Si tratta di cantieri attesi da tempo, rallentati da un intoppo burocratico legato all’esproprio di un terreno. «Riconosco il lavoro fatto dall’Amministrazione, anche con le bonifiche alle scuole Calvino e Deledda. Al tempo stesso ci sentiamo un quartiere di serie B, dove mancano iniziative e dove bisogna lavorare ancora molto. Se lo dico poi il sindaco mi chiama per lamentarsi, ma è così».
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