I ristoratori del centro: «Uno spazio food per Brescia Capitale»

«Pochi tavoli, già adesso ci capita di dover dire no a chi vuole mangiare». Al via la ricerca della location
Aperitivo al tavolino di un bar davanti alle due cattedrali di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Aperitivo al tavolino di un bar davanti alle due cattedrali di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il modello è quello dei grandi mercati urbani, come a Barcellona e Lisbona, o in Italia gli spazi recuperati a Firenze, Torino e Milano. Luoghi in cui convivono le tradizionali bancarelle degli alimentari, le cucine che preparano i piatti tipici e i tavoli condivisi su cui consumare un pranzo veloce a tutte le ore del giorno.

A chiedere che anche Brescia si doti di uno «spazio food» sono i ristoratori del centro, preoccupati di non riuscire a soddisfare la richiesta dei turisti che arriveranno in città l’anno prossimo.

La richiesta

«Già ora, il venerdì sera e nel fine settimana dobbiamo dire no a chi cerca un tavolo e non ha prenotato - spiega Iyas Ashkar, titolare del Dukka di via Musei -. Non vorremmo che Brescia Capitale della Cultura venga ricordata per la città in cui non si riesce a mangiare...». Con alcuni colleghi, tra cui i titolari della Riserva del Grande e dei Du dé la Contrada, Iyas ha incontrato nei giorni scorsi l’assessora alla Cultura Laura Castelletti, che ha in mano la partita del 2023.

La richiesta è chiara: lavorare insieme per individuare un edificio da recuperare, o un’area in cui inserire una struttura ex novo, che accolga angoli cucina affidati ai vari ristoratori. «Ognuno avrebbe il proprio spazio, ma il plateatico potrebbe essere condiviso - aggiunge Iyas - così che gli avventori possano mangiare su uno stesso tavolo, fianco a fianco, chi i casoncelli e chi i falafel. Ci potrebbero stare anche un info point, servizi, il mercato dei prodotti locali».

Il target

Uno spazio simile sarebbe rivolto in primo luogo ai turisti in arrivo in città, ma anche ai bresciani in cerca di un diversivo. E potrebbe, in prospettiva, sopravvivere anche oltre l’anno prossimo. «I turisti, lo vediamo quotidianamente, non prenotano e decidono all’ultimo momento dove fermarsi a mangiare - sottolinea Ishkar -. Se non trovano posto, il rischio è che finita la visita in città rientrino dove hanno l’hotel, sul lago o addirittura in un’altra città: lo abbiamo visto sul lago d’Iseo con Christo. Il nostro obiettivo per il 2023 è invece invogliarli a fermarsi in città. Ma al momento le strutture non sono sufficienti a garantire l’accoglienza per i numeri che ci si augura arrivino a Brescia».

La ricerca

La caccia alla location è già partita, ma al momento non è stato ancora individuato uno spazio adatto. Troppo piccolo largo Formentone, troppo scomodo il Castello, in piazza Tebaldo si dovrebbero creare strutture chiuse, con le difficoltà del caso. Nell’idea dei promotori, lo spazio non necessariamente dovrebbe essere in centro, «l’importante è che sia ben collegato con la metro o con un bus». Tra le zone che potrebbero candidarsi, i dintorni della stazione (Freccia Rossa? L’ex Folonari?) o via Milano, dove dietro la cortina degli edifici affacciati sulla strada ci sono parecchie aree dismesse. Castelletti ha garantito l’appoggio del Comune, i ristoratori sono disposti a partecipare ai costi. Ora largo alle proposte, per individuare lo spazio e per immaginare la struttura che lo occuperà.

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