I prossimi neonati rischiano di avere quattro cognomi?

Arianna Colzi
La risposta breve è no, guardando anche ai modelli spagnolo e portoghese. Manca però una legge in materia
La questione del doppio cognome si mette alle spalle un retaggio patriarcale
La questione del doppio cognome si mette alle spalle un retaggio patriarcale
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Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, lo scorso 27 aprile, ha dichiarato illegittima l'assegnazione del solo cognome paterno ai figli, gli uffici di stato civile dei comuni si sono mossi per applicare questo provvedimento per i genitori che lo vorranno. A Brescia ad oggi dieci bambini su 100 sono stati registrati con il doppio cognome

Le polemiche non sono mancate, così come la confusione attorno ad una sentenza che è ancora priva di un provvedimento che la definisca nei dettagli pratici. Ad esempio, in molti si sono domandati cosa dovrebbe accadere se una coppia formata da due genitori con doppio cognome dovesse dare alla luce un figlio: i cognomi, a quel punto, sarebbero quattro?

La risposta breve è no, però al momento solo a buon senso. C'è in effetti ancora un po' di confusione attorno all'iter legislativo che impedisce ancora di avere un modello da seguire. Ce ne sono però altri in Europa che possono essere d'ispirazione ed evitano il lungo elenco di cognomi nelle generazioni. Ecco cosa prevede la legge in vigore e quali sono i punti ancora da chiarire. 

Cosa prevede la legge

La Corte ha stabilito che il cognome del nascituro o della nascitura deve essere costituito da entrambi i cognomi dei genitori «nell'ordine da loro deciso»: sia che si voglia optare per un cognome soltanto o per entrambi, l'accordo tra i due genitori deve essere imprescindibile, altrimenti, sarà necessario l'intervento di un giudice.

La sentenza, redatta dalla giudice Elisabetta Navaretta, stabilisce che la scelta di portare avanti solo il cognome paterno presuppone l'invisibilità della figura materna, sottolineando il retaggio patriarcale del provvedimento, ed è discriminatoria anche nell'interesse del figlio o della figlia, in quanto il cognome costituisce un «elemento fondamentale dell'identità personale».

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Questa regola potrà essere applicata ai figli di coppie sposate, non sposate e ai figli adottivi. Per definire le applicazioni della regola nel dettaglio sarà comunque necessario un intervento legislativo del Parlamento: infatti, la Consulta si pronuncia su un tema dando indicazioni su una specifica materia, ma soltanto attraverso una legge potranno essere definite le sue singole applicazioni.

I dubbi

Ad esempio, cosa accadrà, se e quando, una coppia formata da due persone con doppio cognome dovesse avere un figlio o una figlia? Nelle varie interviste che si sono susseguite sulla stampa italiana dopo la storica decisione, è stato reso noto che non esiste un regolamento specifico in materia. Si è parlato solo della «possibilità di seguire i modelli spagnolo e portoghese», vale a dire con il decadimento del secondo dei due cognomi del padre e della madre. Esempio pratico: se Maria è figlia di Mario Rossi Bianchi e Paola Verdi Gialli, il suo cognome sarà, verosimilmente, Maria Rossi Verdi o Maria Verdi Rossi. Due cognomi quindi, e non quattro.

Nella 17esima legislatura, c'era stato un tentativo di far approvare un testo che regolasse questa norma anche prima della decisione della Corte Costituzionale, ma il disegno di legge si era bloccato in Senato. 

In ultima istanza, una delle domande più frequenti riguarda il cambio di cognome per bambini e bambine già nati: come testimoniato anche dalle informazioni forniteci dalla Prefettura di Brescia, è possibile aggiornare il cognome «raddoppiandolo», anche per coloro che sono nati prima della pubblicazione della sentenza in Gazzetta ufficiale lo scorso 1 giugno.

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