I Beatles come i ricordi e l'amore

Citando Gigi Buffon, bisogna avere un bidone dell’immondizia al posto del cuore per non essere toccati nel profondo dall’uscita di «Now And Then» dei Beatles, brano che ha virtualmente riunito la miglior band della storia, pubblicato lo scorso 2 novembre. Il pezzo, registrato da John Lennon come demo nel 1977, è stato ultimato grazie alle tecnologie di apprendimento automatico, inserendo una take di chitarra di George Harrison risalente al 1995, e poi i contributi dei due Fab Four in vita, ossia Paul McCartney (81 is, 81 if...) e Ringo Starr.
Riprendendo il pensiero dell’arguto divulgatore musicale ex Mtv Enrico Silvestrin, a livello di classifiche, in Italia, la canzone ha riscosso un successo minore rispetto a quello ottenuto nella maggioranza dei grandi mercati mondiali. Ciononostante, l’opinione generale è che si tratti di una gemma. «Commovente» e «struggente» sono gli aggettivi più neutri che è capitato di sentire.
Il punto è questo: la canzone è veramente così bella, oppure è così bella perché riporta in vita un gruppo che non ha mai avuto eguali, e che sarà - per sempre - irripetibile? La questione, a questo punto, è psicologica. Come il ricordo della giovinezza o di un amore, a toccarci dentro è la bellezza della cosa in sé, o quello che ci fa tornare in mente? Now and then, I miss you...
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