Guerra in Israele: «Hamas vuole cancellare lo Stato ebraico e gli ebrei»

«Hamas non combatte per una Palestina libera. Hamas ha come unico scopo cancellare Israele e gli ebrei. Se la Loggia ha scelto di non esporre la bandiera di Israele io non posso restare in silenzio, è una decisione di cui mi vergogno profondamente».
Michela Giuliano è bresciana, vive e lavora a Tel Aviv da sei anni e fa sentire la sua voce da una terra sconvolta dalla violenza. «Una bandiera è un simbolo importante - racconta - e in un momento simile gli schieramenti politici poco importano. Se si espone una bandiera in segno di solidarietà verso le popolazioni vittime di eventi tragici, lo si deve fare per tutti, senza se e senza ma. Questo è un momento di lutto collettivo, come tutti gli altri che in passato sono stati riconosciuti come tali».
Un giudizio che sul proprio profilo Facebook Michela Giuliano sottolinea riportando le immagini della Loggia in passato illuminata coi colori delle bandiere spagnola, francese e ucraina dopo che questi territori erano stati colpiti da violenza terroristica o militare.
Disaccordo
«Mi vergogno profondamente - prosegue - della scelta della mia città, che col suo silenzio assordante sta in realtà parlando chiaro. In questo momento non mi riconosco nella mia città. Sì, sono di Brescia ma no, non sto dalla parte dell’organizzazione terroristica di Hamas e condanno in maniera assoluta l’assalto barbarico che ha distrutto famiglie intere, dove donne, bambini, anziani e giovani sono stati stuprati, sgozzati, bruciati o presi in ostaggio nelle loro case mentre dormivano o mentre ballavano in un festival musicale. Hamas non combatte per una Palestina libera. Prima di decapitare bambini indifesi davanti agli occhi dei loro genitori non gridavano "Free Palestine", gridavano "Allah u Akbar"».
«Hamas - prosegue Michela - ha come unico scopo quello di cancellare Israele, gli ebrei e presto anche tutti gli altri "infedeli", compresi quelli seduti sui loro comodi divani qui in Europa a dibattere se sia giusto o meno che Israele si difenda o quelli che riescono in qualche modo a giustificare le atrocità che stanno accadendo. Israele è la mia casa da più di sei anni e non posso stare in silenzio davanti a tanto orrore. Se il 7 ottobre avessi deciso di andare al Nova Music Festival come tanti coetanei, in questi giorni sui giornali molto probabilmente avreste letto anche della mia di morte. E se Brescia sta in silenzio io non posso».
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