Gps sotto l'auto e presunti pedinamenti, assolto: non fu stalking

Prove insufficienti a carico del 60enne accusato da una 45enne di averla seguita per settimane. Per la difesa furono tutte coincidenze
Gli ingressi al Palagiustizia - © www.giornaledibrescia.it
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Non fu stalking. È stato assolto il 60enne rappresentante di commercio residente in città denunciato da una 45enne che per settimane si è sentita pedinata, spiata e seguita anche a distanza, attraverso un ricevitore Gps piazzato sotto la sua auto.

La donna disse di essersi ritrovata l’imputato ovunque, fuori da scuola, dove accompagnava il figlio; fuori dal bar, dove faceva colazione ogni giorno, ma anche lungo le strade del centro storico. La signora trovò anche un ricevitore gps applicato sul fondo della sua Mercedes. L’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe  Pesce, si è difeso parlando di coincidenze: le sue figlie frequentavano la scuola del ragazzo della donna, lui abitava nei pressi del bar e comunque nel quartiere dov’era stato più volte avvistato si recava per far compere e commissioni.

L’imputato giustificò il gps con un incidente. Nel tentativo di recuperare le chiavi di casa, che gli erano cadute dalle tasche e si erano infilate sotto la vettura della signora, l’uomo - così almeno riferì - utilizzò la pettorina del cane cui aveva applicato il ricevitore. L’apparecchio, dotato di calamita, si agganciò al fondo dell’auto proprio in seguito a quelle manovre e comunque - ha provato la difesa dell’uomo - non fu mai attivato.

Il Tribunale (presidente Mauro Ernesto Macca) ha ritenuto che le prove a carico del 60enne non siano sufficienti e lo ha assolto con formula dubitativa.

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