Gorbaciov, quando a Brescia ricordò all’Europa il suo ruolo politico e morale

Era il 23 aprile 1999. In quegli stessi giorni la Nato interveniva nella guerra in Kosovo
  • Mikhail Gorbaciov a Brescia nel 1999
    Mikhail Gorbaciov a Brescia nel 1999
  • In primo piano, voltata, Laura Castelletti in occasione della visita di Gorbaciov in Loggia - © www.giornaledibrescia.it
    Mikhail Gorbaciov a Brescia nel 1999
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«Ho l’impressione che qualcuno pensi di poter costruire un nuovo ordine mondiale, l’ordine del dopo guerra fredda e del post comunismo, senza prendere in considerazione i diritti dei singoli Paesi. Se non si tengono in considerazione documenti e accordi sottoscritti a livello internazionale, non ci si può aspettare altro che il caos». Così Mikhail Gorbaciov, morto ieri a 91 anni, in un salone Vanvitelliano gremitissimo, il 23 aprile 1999 da Brescia puntava il dito contro il coinvolgimento della Nato nella guerra del Kosovo.

L’ex presidente sovietico, ospite a Brescia su invito di Comune, Provincia e referenti locali della fondazione a lui intitolata, strigliava l’Europa, a suo avviso «economicamente forte, ma politicamente un nano a confronto degli Stati Uniti», e metteva in guardia sull’uso della forza nella risoluzione dei conflitti. «Qualcuno vuole usurpare i diritti delle Nazioni Unite. Questo qualcuno è la Nato che ha mostrato al mondo la sua follia e la sua irresponsabilità bombardando un Paese sovrano (la Serbia, ndr)».

Il padre della glasnost e della perestrojka, premio Nobel per la pace, a dieci anni di distanza dalla caduta del Muro di Berlino e otto anni dopo la dissoluzione dell’Urss paventava un mondo non più diviso in blocchi contrapposti dalla guerra fredda, ma in balia della legge del più forte e di una geopolitica fluida e imprevedibile.

E lanciava un appello all’Europa: «Quando era unita da un’idea, è stata in grado di fermare le guerre. Le bombe su Belgrado sono la sconfitta dell’azione politica e morale dell’Occidente». Ad accogliere Gorbaciov in città, una folla che riempì il salone della Loggia e tutto il portico sottostante.

L’allora sindaco Paolo Corsini fece gli onori di casa, assieme all’intero Consiglio comunale. L’ex presidente sovietico fu accompagnato davanti alla stele ai Caduti di piazza della Loggia, fermandosi a stringere mani di cittadini venuti salutarlo. Tra gli incontri istituzionali, quello in Camera di Commercio e l’incontro privato in Vescovado con mons. Giulio Sanguineti. Con il vescovo, Gorbaciov parlò anche di papa Giovanni Paolo II, il «papa amico» che aveva incontrato nell’89, primo segretario del Partito comunista sovietico a colloquio con la massima autorità della Chiesa cattolica. La sua visita in città fu letta come un gesto di speranza e un messaggio di pace, nello scorcio di un «secolo breve» che voleva credere al potere della politica.

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