Gli inarrestabili pomodori

Potrò staccare completamente? Potrò godermi ore di silenzio?
AA

Ero convinto che non avrei mangiato i miei pomodori, quando misi a dimora le piantine temevo non avrebbero resistito alla coda dell’inverno protratta fino a giugno. In effetti le prime settimane sono state di sofferenza. Quelle foglioline mai veramente verdi, quei fiori che spuntavano e poi seccavano. Poi è arrivato il caldo, il sole ha infuso loro forza e speranza. Nonostante l’autunno sia arrivato, le mie piantine sono ancora splendide e continuano a produrre pomodori. Se il clima si mantiene mite confido di gustarli ancora per qualche settimana.

Li ammiro: non si sono arresi e così, mentre la maggior parte dei loro simili sono ormai rinsecchiti, continuano la corsa. Anch’io sono un po’ come i miei pomodori. Pensavo che le gite legate alla bella stagione fossero ormai archiviate. Spronato da un amico, mi sono invece avventurato in una gita montana. La meta: il lago della vacca e il rifugio Tita Secchi. Una giornata di timido sole ha accompagnato i nostri passi. Il vento freddo non ci ha spaventati. Arrivati al Gaver il mio telefonino ha perso ogni legame con il mondo: segnale assente. All’inizio mi ha preso un senso di ansia.

Poi via via una leggerezza dell’anima ha avuto il sopravvento: potrò staccare completamente? Potrò godermi ore di silenzio? Alla soglia della giovane mezza età a chi devo rendere conto? Che forza interiore, che fermezza. Almeno fino al ritorno. Tra le 169 notifiche di WhatsApp un bel pacco erano di mia mamma, alla quale non avevo comunicato la trasferta. Per l’immagine di donna mite che ha tra i conoscenti, tacerò le sue parole. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato