Giovanni Minoli: «Mixer un successo senza tempo. Oggi non c'è più la tv»

Il re della televisione italiana, ieri a «Castenedolo... incontra» racconta i retroscena del suo programma più famoso e indimenticato
Giovanni Minoli all'epoca della messa in onda di Mixer - Foto tratta da RaiPlay
Giovanni Minoli all'epoca della messa in onda di Mixer - Foto tratta da RaiPlay
AA

Suona il telefono. «Guarda meglio e dimmi come è la curva. Era 2,7 prima dell'ultima puntata e abbiamo fatto un punto in più» dice alla sua assistente. Poi torna tra noi. «Scusate, ma l'auditel è ancora al primo posto». Eccolo Giovanni Minoli, ieri sera moderatore per il ciclo di incontri «Castenedolo incontra», re della televisione italiana, l'uomo dei faccia a faccia dietro ad un titolo di una trasmissione che nessuno dimentica. "Mixer" e che ogni settimana in replica dopo 40 anni fa ascolti da record.

Minoli, dopo una vita in tv è ancora così attento agli ascolti?

«Certo, è l'unica cosa che interessa. E pensate che io sono concorrente di me stesso. Il giovedì sono in onda alle 23 in tv e in contemporanea in radio».

Come si spiega il successo delle repliche?

«Sono repliche stravolte e ricostruite. Se prendete quella sul caso Moro con l'incrocio dei faccia a faccia con Craxi, Berlinguer e Kissinger è qualcosa di eccezionale. Venivano a Mixer perché la trasmissione dava visibilità, ma soprattutto prestigio».

Oggi c'è ancora qualcuno che si confessa in tv come accadeva con lei?

«Chi si confessa dal prete c’è ancora, in tv molto meno. Non c'è più l’autenticità. Poi aggiungiamo che la piramide rispetto ad un tempo si è rovesciata. Oggi ci sono tantissime trasmissioni e il potere di trattativa degli uffici stampa di qualsiasi personaggio è fortissimo. La Fagnani è la mia allieva e con Belve copia Mixer. Lei però paga gli ospiti».

Da lei gli ospiti venivano tutti tutti gratis?

«Non ho mai pagato un ospite. Erano gli ospiti che erano pronti a pagare per venire a Mixer».

Un esempio?

«L'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando mi ha inseguito per settimane. Non gli bastavano le ospitate da Santoro. Venire a Mixer era giocare la finale di Champions League».

Qualcuno le ha mai detto no?

«Nessuno. Io ho detto dei no. Andai personalmente negli Stati Uniti per organizzare il faccia a faccia con Ted Kennedy. Quando mi disse che non voleva determinate domande ho risposto che l'intervista non l'avrei fatta. Ho preso l'aereo e sono tornato in Italia».

Che giudizio da della televisione?

«Non si fa televisione, ma radiovisione. Ci sono ospiti che parlano, parlano, parlano senza un'immagine, senza un servizio. E la tv è immagine. Altrimenti meglio fare la radio che costa meno».

P.s. L'uomo delle domande non risponde ad una domanda. Quella sulla presidenza della Rai e le voci che lo coinvolgono.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato