Gianni e Moira ora allevano gli yak

Cosa ci fanno tre yak tibetani, con quel lungo pelo bianco, sulle montagne della Valsaviore? In Italia sono rarissimi: ne ha alcuni, quasi in esclusiva, Reinhold Messner a Solda e a Valle di Cadore, ma in Lombardia non se ne sono mai visti. Fino a qualche mese fa, quando un imprenditore agricolo camuno li ha importati, trasportandoli dal Tibet a Saviore passando per il Monte Bianco.
Gianni Morgani, titolare con la moglie Moira dell’azienda agricola con agriturismo Il Ginepro, ci ha messo un bel po’ per realizzare il suo sogno: allevare yak tibetani insieme a capre, pecore e mucche tra le vette di casa. Tra difficoltà burocratiche, costi, forse un po’ di ostruzionismo, ci sono voluti mesi per ottenerli, ma da maggio i tre esemplari pascolano a Saviore. Il motivo di tanta passione è presto detto: questi animali sono voracissimi e mangiano tutto quanto trovano, compresi i piccoli alberi che asini e pecore non gradiscono. Sono così degli ottimi alleati per contrastare l’avanzata del bosco e al contempo puliscono il sottobosco, prevenendo gli incendi. Non solo, visto la loro buffa presenza, attirano pure l’attenzione e per l’agriturismo è un potenziale (oltre al fatto che la loro carne è ricchissima di Omega3).
L’idea di importare gli yak è di due anni fa, dopo che al Ginepro sono arrivate otto vacche scozzesi highland. «Ho fatto richiesta all’Ats e mi ha dato parere favorevole, aprendomi un registro stalla apposito - racconta Gianni -, quindi mi sono rivolto a Messner, che ha nicchiato. Sono riuscito ad aggirare l’ostacolo contattando un allevatore del Monte Bianco, che ha capi sia in Italia sia in Francia, e me li ha procurati. Hanno passato il periodo di quarantena in Francia e, dopo un mastodontico iter burocratico, finalmente li ho portati a casa. Messner è stato il primo e ha una sorta di esclusiva».
In realtà, nel 2009 anche il ministro all’Agricoltura Luca Zaia aveva già importato 25 yak ai piedi della foresta del Cansiglio per provare a contrastare l’avanzata del bosco. Nelle scorse settimane i tre sono stati in vacanza a malga Fabrezza, per stare al fresco, visto che sono abituati a temperature fredde, mentre ora sono tornati a valle in mezzo agli altri animali, con i quali si sono integrati nonostante il carattere selvatico.
A curarli c’è anche Mirko, il primogenito di Gianni e Moira, 14 anni, che ha già una grande passione per il settore. Al primo anno di scuola alberghiera, oltre a cimentarsi con successo in cucina, aiuta con gli animali. Il Ginepro, a ottobre, festeggerà dieci anni di apertura: il regalo potrebbe essere l’arrivo di due nuovi yak. Burocrazia permettendo.
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