Ghost Hunters, a caccia di stranezze in Castello

Altro che Slimer e l'uomo Marshmallow, evanescenti e mostruose presenze della fantasia cinematografica di Ivan Reitman. Qui si entra nelle case, ci si cala nei pertugi, si scava tra le macerie. Si viaggia davvero ai confini della realtà.
Certo, il fine ultimo inseguito dal Ghost Hunters Team (i cacciatori di fantasmi, letteralmente) è il medesimo degli «acchiappatori» da lungometraggio: osservare eventuali variazioni di parametri ambientali che, secondo le teorie della parapsicologia, non godano di un riscontro scientificamente ammissibile.
«Proprio così - conferma Mirko Barbaglia, cofondatore del gruppo unitamente a Luca Guariglia -: esaminiamo indici quali campi elettromagnetici, o la temperatura, oltre a realizzare filmati video e registrazioni audio». Sui luoghi d'indagine - raggiunti dal Team tanto su chiamata (l'uscita è gratuita), quanto sulla scorta di spontanee curiosità - operano anche Daniele Piccirillo, sensitivo, l'«inventore» delle attrezzature Daniele Menegaldo e l'informatico del gruppo, Andrea Barbaglia, elaboratore di software, per esempio di una chat con cui i componenti del team possono restare in contatto durante le operazioni con la contemporanea proiezione delle fasi di lavoro in diretta streaming.
Il materiale di volta in volta raccolto dai vari teatri d'intervento, viene poi accuratamente analizzato, sia attraverso gli strumenti messi a punto da Andrea Barbaglia, sia facendo leva sull'esperienza e, quando serve, con il parere del sensitivo. Senza alcuna caparbietà di identificazione dell'inidentificabile, ma con una sana dose di curiosità per l'indefinito: «Noi valutiamo i dati - illustra Mirko Barbaglia -: inutile nascondere che ci siamo trovati dinanzi a casi inspiegabili. Ma altri erano perfettamente nella norma».
E il 22 aprile si potrà scoprire su quale delle due estremità si collochi il Castello di Brescia, visitato dal Ghost Hunters Team su segnalazione della collaboratrice bresciana della compagine, Francesca Inverardi. Niente paura, quindi, il sopralluogo non è legato ad alcun avvistamento soprannaturale. «Si tratta semplicemente di un sito che non conosciamo - puntualizza Barbaglia - e ricco di storia. Abbiamo visto le foto e ci è piaciuto. Questa la ragione del nostro sopralluogo e di tutta la nostra curiosità». E vedi mai che l'ispezione riveli qualcosa che le fotografie non sono in grado di immortalare...
Raffaella Mora
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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