Furto in gioielleria, il titolare: «Niente mi impedirà di tornare al lavoro»
Dopo l’assalto notturno tra sabato e domenica alla gioielleria Tomaselli di Corsetto Sant’Agata, ieri le serrande erano ancora abbassate. Solo domani alcuni artigiani si occuperanno di riparare gli ingenti danni ai serramenti e ai vetri antisfondamento provocati dall’assalto della banda di ladri. Ma fino a domani le saracinesche resteranno chiuse. «Solo una fucilata o una malattia potranno impedirmi di continuare la nostra attività di famiglia. Non c’è furto o batteria di delinquenti che possano impedirmi di fare quanto abbiamo fatto in centro da 103 anni a questa parte».
Zefferino Bracconi, titolare con il fratello dell’oreficeria Tomaselli di Corsetto Sant’Agata, non si rassegna certo dopo il clamoroso furto di oltre 150 mila euro avvenuto nella notte del weekend. «Mi disturba sapere che mentre alle 3 e mezza i ladri erano in azione con i divaricatori usati anche dai Vigili del fuoco in caso di incidenti - nel nostro caso per sfondare i serramenti - la gente passava e nessuno si è premunito di avvisare il 112. Lo testimoniano le telecamere esterne...».
Secondo il titolare della gioielleria storica il furto è avvenuto in 6 minuti e mezzo: «Sono arrivati con la solita Audi S3, sono scesi e in sei a volto coperto hanno sollevato le saracinesche e sfondato gli accessi. Quindi in due minuti e mezzo hanno svuotato tutte le vetrine. L’allarme suonava ma i ladri sono stati più rapidi delle forze dell’ordine e della vigilanza». Sul posto le tracce del passaggio della gang sono rimaste sui vetri a plurimo strato infranti e sui serramenti piegati e strappati. Persino la serratura della bussola non ha retto alla forza del divaricatore idraulico: «Ci serviranno mesi per sistemare tutto ma da domani un fabbro sistemerà gli ingressi. Poi cambieremo i vetri e torneremo a essere quello che siamo sempre stati: lavoratori onesti dediti alla nostra tradizione».
Il rammarico per la famiglia Bracconi è che la gioielleria aveva già in sede i monili e i gioielli ordinati per il periodo delle feste: «Tanto materiale era in cassaforte, ma altro era appunto nelle vetrine interne. Un controvalore di 150mila euro che se ne sono andati nella notte coi ladri. Ma come detto non ci rassegneremo...».
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