«Fu un momento di riscatto per il Pd e per il Paese»

Dopo il naufragio politico che nel 2013 aveva portata alla rielezione di Napolitano, nel 2015 la politica sembra tornare al centro della scelta del Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano termina il suo mandato il 14 gennaio 2015 e Grasso diventa Presidente supplente insediandosi a Palazzo Giustiniani (detto anche «piccolo Colle») ricoprirà l’incarico fino al 3 febbraio quando avverrà l’insediamento di Sergio Mattarella. Il ricordo è affidato a Marina Berlinghieri oggi vicecapogruppo del Pd a Montecitorio, ma che è stata eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 2013.
On. Berlinghieri cosa ricorda di quei giorni?
Avevo già vissuto l’elezione di riconferma di Napolitano. Non nascondo che in quei giorni di inizio 2015 vivessi un sentimento d’ansia e preoccupazione; questo perché temevo che si riproducesse una situazione di instabilità come due anni prima. Tuttavia avevo anche la speranza che si individuasse un percorso differente. Così è stato. Sì anche perché lo scenario era cambiato completamente rispetto a due anni prima. A torto o ragione nel 2015 il Pd stava portando avanti una linea politica forte ed era nella posizione di main player. Da questo punto di vista bisogna riconoscere a Matteo Renzi di aver avuto la grande capacità di giocare bene quella partita. Di quei giorni ricordo perfettamente la direzione del Pd con i grandi elettori convocata in un albergo di via Margutta. Renzi si presentò dicendo subito che la proposta del Pd era una figura di grande livello e con grande senso delle istituzioni e fece il nome di Sergio Mattarella.

Cosa pensa di quella scelta?
Ricordo di essere uscita da quella riunione molto orgogliosa e di aver pranzato con altri sette o otto colleghi. Eravamo tutti soddisfatti perché il Pd aveva trovato una soluzione nell’interesse del Paese. Fu un momento di riscatto per il mio partito dopo la crisi di due anni prima con i 101 che impedirono a Romano Prodi di salire al Quirinale. Mi ricordo che in quei momenti provavo un senso di grande felicità.
Che valutazione dà del settennato di Mattarella?
Diciamo innanzitutto che sbaglia chi pensa che il Presidente della Repubblica sia solo un vigile. Il Capo dello Stato ha mostrato grandi capacità e ha saputo essere una figura di garanzia istituzionale, oltre che rappresentare il sentimento e il senso civico degli italiani. Ha agito sempre interpretando il suo ruolo con senso di equilibrio e mai sopra le righe. Con la sua presidenza sono nati governi sostenuti da forze eterogenee.
Cosa ne pensa?
Ha agito sempre senza sbavature e l’ha fatto sempre stando al di sopra delle parti. Siamo una Repubblica parlamentare e i governi si reggono con maggioranze parlamentari e Mattarella ha cercato di salvare le Legislature.
Come vede le imminenti votazioni per il Quirinale?
Prima di tutto bisogna mantenere la lucidità. Più in generale credo che sia il momento forse più significativo per un parlamentare. Succede anche che ci si confronti in maniera più continuativa anche con esponenti di altri gruppi. Perché mai come nel momento dell’elezione del presidente vale per ognuno di noi il senso di responsabilità nei confronti del Paese e dei cittadini italiani senza alcun vincolo di mandato.
(7-fine. Qui la sesta puntata)
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