Fridays For Future Brescia, il 23 settembre sciopero globale per il clima

Arianna Colzi
I rappresentanti bresciani del movimento lanciano l'appuntamento. La politica, dicono, non può più procrastinare le tematiche ambientali
FRIDAYS FOR FUTURE: IL 23 SCIOPERO PER IL CLIMA
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I Fridays For Future tornano in piazza e lo fanno, a Brescia, a due giorni dal voto per le elezioni politiche.

Il 23 settembre alle 9 da piazzale Arnaldo partirà il corteo che si concluderà alle 10.30 in piazza Vittoria. In Carmine, quartiere diventato simbolo delle loro richieste alla Loggia, parlano i tre rappresentanti del movimento. «Il Parlamento attuale è pre Greta Thunberg, incapace di raccogliere le istanze che oggi il movimento sostiene e diffonde», spiega Giovanni Mori, portavoce dei Fridays.

«Anche nella campagna elettorale in corso non sembra ci sia attenzione per il clima e dai suoi temi cardine come la dipendenza dal fossile (il 95% del gas è importato dall’estero). Anche le dichiarazioni sul ritorno al nucleare, trasformato in qualcosa che, dalle loro parole, sembra quasi magico, sono deludenti. I politici non sanno spiegare come, quando e perché verrebbe attuato. Si tratta, per noi di un ritorno poco praticabile se pensiamo che in questo Paese non riusciamo a realizzare nemmeno le pale eoliche», continua Mori.

I rappresentanti bresciani del movimento Fridays for future -  © www.giornaledibrescia.it
I rappresentanti bresciani del movimento Fridays for future - © www.giornaledibrescia.it

I Fridays presentano, in vista dello sciopero globale, i cinque punti della loro #agendaclimatica, temi e soluzioni che secondo il movimento la politica dovrebbe attuare e che il prossimo governo dovrebbe realizzare. I punti riguardano i trasporti da implementare e favorire attraverso agevolazioni per le fasce più deboli e la gratuità per gli studenti. C’è poi il nodo energia da gestire con una riconversione totale del sistema di produzione virando sulle rinnovabili. In questo modo si arriverebbe ad una riduzione del 10% annuo delle emissione. Altro snodo caldo è il lavoro. Il movimento prospetta una riduzione dell’orario lavorativo con l’introduzione del salario minimo. Si tocca poi la macro area dell’edilizia che richiama l’urgenza di una riqualificazione di case popolari e pubbliche per contenere la dispersione di Co2. Infine capitolo acqua, con una crisi più che mai attuale e che vede però una dispersione della rete idrica del 42% di acqua.

«Queste richieste - prosegue Veronica Casanova dei Fff Brescia - erano state portate all’attenzione del sindaco Del Bono e degli assessori del comune dopo lo scorso sciopero globale per il clima del 25 marzo. Avevano promesso la loro attuazione sia ad inizio agosto, sia alla fine del mese, ma niente è stato fatto per contrastare la crisi idrica, l’inquinamento e, in generale, il cambiamento climatico».


Pedonalizzare il Carmine e realizzare sportelli per l’energia («le persone devono aver gli strumenti per capire cosa significa crisi climatica, non bastano solo i bonus per il caro bollette») sono decisioni che non hanno mai preso corpo. Per questi motivi lo sciopero alla soglia del voto risulta più che mai urgente. Per continuare a portare avanti la necessità, sempre più stringente, della transizione ecologica.

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