Festival della Pace, Melillo: «Le mafie crescono con i conflitti»

Queste le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo al Festival della Pace
  • Il procuratore antimafia Giovanni Melillo al Festival della Pace
    Il procuratore antimafia Giovanni Melillo al Festival della Pace
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«Sono molto preoccupato dall'onda lunga che si sta generando da tre aree destabilizzate vicine all'Italia: il Nord Africa, l'Ucraina e il Medio Oriente. Le mafie e la criminalità organizzata crescono grazie ai conflitti, che riducono il primato delle regole e delle leggi. Temo forti conseguenze dall'insieme di quelle tre crisi». 

Parole di Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, pronunciate oggi pomeriggio nell'incontro promosso dal Festival della pace
La guerra in Ucraina, ha sottolineato Melillo, è un terreno di sperimentazione di nuove tecnologie belliche, «che anche la grande criminalità e il terrorismo impareranno ad usare». Non solo. Si pensi ai tanti foreign fighter che, radicalizzati islamici, hanno combattuto o combattano in Siria o nei Paesi del Medio Oriente: una volta terminati i conflitti è ben difficile pensare che tornino ad occupazioni pacifiche. 

Giovanni Melillo, già procuratore di Napoli, è arrivato a Brescia per parlare di «Come la criminalità organizzata sfrutta le ricadute socio-economiche e geopolitiche dei conflitti armati». Prima di raggiungere il Salone Vanvitelliano per l'incontro, Melillo ha reso omaggio alla stele della Strage in piazza Loggia. Non è stato un atto formale: Melillo, foggiano, è legato da vincoli di amicizia ai familiari di Luigi Pinto, una delle otto vittime della bomba. «Ammiro Brescia per ciò che ha fatto in questi anni per non far cadere la memoria. Una delle pulsioni del terrorismo è annullare le vittime».

Quanto alle mafie, il procuratore è stato secco: «Purtroppo sono una componente strutturale del tessuto sociale ed economico. È illusorio pensare di poterle debellare».

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