Ferito a colpi di coltello fuori dal Lio, il titolare: «Mai tanto degrado come ora»

Le coltellate al viso e al torace. La corsa in mezzo alla gente per chiedere aiuto e l’arrivo delle forze dell’ordine. E poi le macchie di sangue sull’asfalto tra i bicchieri di plastica e le bottiglie di birra della sera prima. Scatti di quanto accaduto all’alba di domenica fuori dal Lio bar.
Siamo in zona Stazione in città, esattamente sul retro dell’ormai ex centro commerciale Freccia Rossa, sempre più cattedrale vuota, in uno dei locali più conosciuti delle notti bresciane.
L’allarme
«Ma credetemi, in 30 anni di carriera non ho mai visto una situazione di degrado così» confessa Lino, il titolare di quello che da generazioni è il tempio della movida en plein air soprattutto infrasettimanale. L’aggressione è avvenuta a qualche metro di distanza dal bar che ha come plateatico i binari della linea Brescia-Iseo Edolo, che la notte non viene utilizzata. «Purtroppo questo tipo di violenza, questo degrado non è una novità - racconta Lino mentre ripulisce le rotaie dai ricordi dell’ultima notte -. Era una bella serata, un dj che arrivava da Milano, gente contenta».
Poi attorno alle tre, il clima cambia. «Un ragazzo di origini somale è arrivato con un vistoso taglio in faccia, perdeva sangue. Chi lo ha aggredito lo ha pure inseguito. Erano in quattro o cinque e sono stati allontanati. Ho chiamato io la Polizia. Il ferito è stato trasportato in ospedale. I responsabili non so se siano stati presi» spiega.
L’uomo raggiunto da alcune coltellate al volto e al costato non è in pericolo di vita, sta meglio e potrà raccontare quanto accaduto. La Polizia di Stato, coordinata dal magistrato di turno Flavio Mastrotoraro, è sulle tracce di chi lo ha ferito. Che sarebbe già stato identificato in un gruppo di connazionali della vittima.
«Con il Freccia Rossa ormai in chiusura definitiva io mi trovo su un’isola a combattere. Questa gente vive attorno al centro commerciale e quando fa qualche cretinata va a nascondersi dentro il parcheggio che resta aperto. Ma chi va a prenderli lì dentro? avrei paura pure io» ammette. «Ho visto generazioni di ragazzi passare dal mio locale, ma ora sta degenerando tutto» prosegue.
E fa un paragone con la musica. «Una volta c’era per esempio Lucio Battisti, poi sono arrivati altri cantanti. Oggi chi sono i riferimenti musicali di tanti ragazzi? Rapper che parlano di armi, droga, donne e soldi facili. Abbiamo gente che esce di casa per fare serata con il coltello in tasca, vi sembra normale? Ma chi di noi è andato a ballare con una lama in tasca? Nessuno» si sfoga il proprietario del bar sulle rotaie.
E le parole di Lino si riflettono nei fatti, con molte persone che hanno cambiato le loro abitudini: prima assidui frequentatori del Lio, ora hanno deciso di non andarci più. «La gente che trovi è completamente diversa rispetto al passato - confida un ragazzo -. Io e i miei amici non ci sentiamo più al sicuro».
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