FdI intitola circolo di Brescia a Pino Rauti. Bazoli: «Inaccettabile»

Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, fu processato e assolto per la strage di Piazza Loggia
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia - Foto Ansa/Riccardo Dalle Luche © www.giornaledibrescia.it
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia - Foto Ansa/Riccardo Dalle Luche © www.giornaledibrescia.it
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Un nome che, a distanza di dieci anni dalla morte, genera ancora polemiche. E riapre ferite mai chiuse. Soprattutto a Brescia. È quello di Pino Rauti, fondatore nel 1953 del Centro studi Ordine Nuovo, una parentesi da segretario del Movimento sociale e tra i più acerrimi oppositori della svolta di Fiuggi che nel 1995 portò alla trasformazione dell’Msi in Alleanza nazionale. A Rauti ieri il giovanile di Fratelli d’Italia a Brescia ha intitolato un circolo cittadino.

«Fortemente voluto dai militanti del movimento e da tante altre persone che credono nei valori della destra tradizionale» è stato scritto. «La scelta di intitolare il circolo a Pino Rauti è stata fatta - viene spiegato con un comunicato - per riaffermare con forza la continuità ideale della nostra comunità politica. Il pensiero di Rauti, infatti, fra ecologismo, visione spirituale della vita, attivismo sociale, e grande dinamismo in campo culturale, può e deve essere riaffermato oggi di fronte alla crisi antropologica dell’Occidente».

Inevitabili le polemiche a Brescia, dove Pino Rauti è stato processato - nel quinto procedimento - per la Strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Rauti, la cui figlia Isabella oggi è sottosegretario alla Difesa, venne assolto per non aver commesso il fatto, come richiesto dai pubblici ministeri che dissero: «Ha una responsabilità morale, ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale. La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri, ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva».

Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria, preferisce non commentare l’intitolazione di un circolo a Rauti da parte di Fratelli d’Italia. Dura invece la presa di posizione di Alfredo Bazoli, deputato e figlio di una delle vittime della Strage di Piazza Loggia. «Che Rauti diventi un riferimento di Fratelli d’Italia, lui che è stato tra i fondatori di Ordine Nuovo e che è entrato in diverse inchieste sul terrorismo nero nel nostro Paese, mi lascia senza parole. È inaccettabile - prosegue Bazoli - e soprattutto che Fratelli d’Italia lo abbia fatto a Brescia. È una mancanza di rispetto e di sensibilità nei confronti dell’intera città».

L'intervento di Sinistra Italiana 

«L'intititolazione del circolo cittadino di Fratelli d'Italia a Pino Rauti è un atto grave, in una città ferita dalla strage fascista di Piazza della Loggia, per la quale Rauti fu indagato, questo è uno sfregio. La scelta qualifica in modo chiaro una destra che cambia pelle ma continua ad essere sempre la stessa» ha commentato in una nota Sinistra italiana Brescia.

Libertà e Giustizia

«Leggiamo con segno e preoccupazione la nascita in città di un circolo intitolato a Pino Rauti, fondatore di Ordine nuovo, e il cui nome compare in più occasioni nelle indagini sulle stragi nere che hanno sconvolto l'Italia - scrive in un comunicato il circolo di Brescia di Libertà & Giustizia -. Intitolazione, come recita il comunicato Fdi Gioventù nazionale Brescia "per riaffermare con forza la continuità ideale della nostra comunità politica". Un circolo che nasce - prosegue la nota -, senza pudore, nella città della strage di Piazza della Loggia, in sfregio alla sofferenza dei familiari della strage e rivolgiamo un invito alle forze politiche progressiste che non si riconoscono nel centrodestra affinché, insieme, in vista delle prossime amministrative facciano tutti glli sforzi per convergere su nomi e programmi che non consegnino la anche nostra città la centrodestra».

Articolo Uno

Continuano le reazioni da parte dei vari partiti politici alla notizia del circolo della giovanile di Fratelli d'Italia intitolato a Pino Rauti. «L'intitolazione di un circolo di Fratelli d'Italia a Pino Rauti dice molte cose. Che l'ideologia è resuscitata come arma della politica. Che il culto spento ma eterno del fascismo si è insediato al vertice del senato. Che questo governo non è un normale governo di centrodestra, ma viene da un altro mondo per chiudere la stagione dell'antifascismo. Non ci sono altre spiegazioni, perché Rauti è stato un fascista per sempre»: così in una nota anche Articolo Uno reagisce con fermezza alla decisione di Fdi di onorare la memoria di Pino Rauti.

«In basso si fanno queste cose che non sono folklore e farebbe bene tutti a non fare finta di niente - proseguono-, in alto si fanno decreti su emergenze inesistenti per far capire quali sono gli orizzonti di costoro. I democratici e i progressisti non devono abbassare la guardia e anche per questo sarebbe fondamentale un coordinamento delle opposizioni in parlamento per sradicare sul nascere questi rigurgiti, davvero pericolosi».

La reazione dell'Anpi

Anche l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani prende le distanze dal circolo intitolato a Pino Rauti, invitando la società civile bresciana a presidiare e vigilare su «disvalori e ideologie già condannate dalla storia e dalla memoria». In una nota diffusa dal presidente del Comitato provinciale bresciano, Lucio Pedrone, l'Anpi «considera la citata intitolazione un insulto alla memoria di una città barbaramente colpita dalla strage fascista del 1974 e una grave offesa alle vittime del terrorismo nero. Al di là della pretesa "metamorfosi moderata", Fratelli d'Italia rivela cosi i propri veri e mai mutati riferimenti politico-ideologici, antitetici rispetto alla matrice antifascista della Costituzione repubblicana».

Anche Rifondazione si schiera contro 

Rifondazione Comunista in una nota esprime la sua indignazione per la scelta di Fratelli d'Italia:« Se qualcuno ancora si domandava: “Quanto fascismo c’è nel post-fascismo?”, ecco servita la risposta. Ce n’è molto e della peggiore specie. I sintomi sono ormai molti, dal delirante rigurgito xenofobo degli uomini chiamati a governare il paese, all’infame lettera intrisa del più becero anticomunismo che il ministro della pubblica istruzione ha inviato agli studenti italiani. Come sugheri stanno tornando a galla tutte le brutture dell’armamentario identitario del regime nero. Giova ricordare che la dodicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta “sotto qualsiasi forma, la ricostituzione del disciolto partito fascista” è ancora valida. Spetta a tutti i cittadini e le cittadine della Repubblica democratica nata dalla Resistenza farla rispettare. Senza se e senza ma».

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