Ex Baribbi, l'ipotesi "Città del lavoro"

Una città del lavoro. Un comparto, cioè, capace di spaziare dalla produzione alle strutture terziarie e direzionali, fino alla cittadella a vocazione commerciale. Tutto con un piglio moderno: l'alta specializzazione. Questa la proposta della San Polo Real Estate srl, intenzionata a ridisegnare l'intero assetto industriale, ormai dismesso da anni, che fu della Baribbi prima e dell'Iveco poi.
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Una città del lavoro. Un comparto, cioè, capace di spaziare dalla produzione alle strutture terziarie e direzionali, fino alla cittadella a vocazione commerciale. Tutto con un piglio moderno: l'alta specializzazione. Questa la proposta della San Polo Real Estate srl, intenzionata a ridisegnare l'intero assetto industriale, ormai dismesso da anni, che fu della Baribbi prima e dell'Iveco poi.

Un'idea che ha trovato concretizzazione nel progetto presentato già da qualche mese negli uffici comunali e in quelli della Circoscrizione Est, dove pure la proposta ha calcato la scena della Commissione ambiente e territorio. Non senza polemiche.

L'area si estende lungo 40.943,30 metri quadrati incastonati fra le vie San Polo, Tiepolo e Lonati. Su di essa dovrebbero sorgere 21.515 mq destinati al produttivo, 1.800 mq al terziario e 7.386 mq al direzionale, per una superficie lorda di pavimento (slp) complessiva pari a 30.702 mq di costruzioni. Il Piano attuativo - tale poiché l'intervento supera i 5mila mq - è in variante al Piano regolatore generale (Prg) vigente. Per non dimenticare l'origine industriale del sito, lo studio contempla la valorizzazione della parte storica del fabbricato, lasciando comunque spazio alla progettazione di moderne architetture.

Tre gli ingressi previsti: il principale rimarrà quello attuale, affacciato su via San Polo, dove pure si utilizzerà la fascia asfaltata per realizzare i parcheggi. Le altre entrate saranno invece dislocate su via Tiepolo e su via Lonati. Circa la metà del caseggiato che si scorge osservando l'area dal parco Ducos, nel progetto scompare: l'intenzione è infatti di abbatterla in toto, a differenza dell'ex officina, destinata invece a nuova vita. Il disegno racconta cioè di una soppalcatura generale del vecchio caseggiato, che verrà poi suddiviso in piccole botteghe, così da conservare la vocazione storica del territorio. A restare, in onore dei vecchi tempi, sarà pure l'edificio in vetro: oltre ad una cauta ristrutturazione, ad essere del tutto rivisitato sarà solo il piano terra, dove sorgerà una sorta di reception. Il trait d'union del progetto saranno le grandi superfici vetrate che caratterizzeranno sia il recupero dell'esistente sia la nuova chiave di volta.

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