Evasione fiscale, giro milionario tra Iseo e la Cina

Fatture false, prestanomi, reati tributari molteplici: al centro un consulente fiscale bresciano
EVASIONE FISCALE E SPACCIO
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Un sistema di fatture false. Pezzi di carta dietro ai quali si celavano operazioni mai effettuate e movimenti internazionali di denaro. L'obiettivo era quello di consentire a numerose aziende di evadere le tasse per cifre imponenti secondo gli inquirenti, che hanno individuato il perno di questo sistema nello studio di un consulente fiscale di Iseo, Giuseppe Familiari.

Sono gli elementi chiave dell'Operazione Sweet Water, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia, che ha visto indagate in totale 92 persone, 18 delle quali finite in manette all’alba con l’esecuzione di 15 misure cautelari in carcere, 3 ai domiciliari e 11 misure interdittive dalle attività economiche oltre a sequestri di immobili (51), aziende e conti correnti (250) per oltre 13 milioni di euro.

L’operazione - che ha investito numerose province in tutto il Nord Italia - è partita in realtà da una indagine per droga: dopo il sequestro di 31 kg di hashish a Rezzato nel luglio del 2018 i Carabinieri hanno messo sotto la lente tutti i pregiudicati che avevano avuto un ruolo nella spedizione e hanno individuato Giovanni Bertozzi (nato a Brescia e residente a Iseo) che era affidato in prova ai servizi sociali per lavorare nello studio del consulente di Iseo.

Intercettandolo i carabinieri hanno capito che da tempo era attivo in una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali e all’appropriazione indebita. Sostanzialmente il gruppo agganciava imprenditori a cui proponeva fatture per operazioni inesistenti emesse da una serie di società cartiere appositamente create e gestite da Familiari, Bertozzi e un gruppo di complici e prestanome appositamente pagati. Le somme versate venivano poi dirottate su conti in Ungheria e in Bulgaria e poi da questi in Cina dove un imprenditore cinese, residente a Parma li recuperava e li faceva rientrare in Italia dove, in contanti e decurtati delle commissioni, tornavano agli imprenditori che avevano pagato le fatture.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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