Estorsioni al nord con metodi mafiosi: condanne per 74 anni

Per alcuni dei coinvolti il metodo mafioso è una questione di famiglia. E a casa Caminiti è tempo di conteggio di pene al termine del processo di primo grado, concluso con condanne per 74 anni e sei mesi di cella per i 12 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Parliamo dell’epilogo di un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Claudia Moregola, che ha portato alla luce estorsioni, maltrattamenti e minacce commessi con l’aggravate appunto dal metodo mafioso, avvenute tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo.
Carmelo Caminiti, 59enne calabrese ritenuto «il promotore, l’organizzatore e capo dell’associazione, che si occupa di compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza alla ’ndrangheta» è stato condannato a 12 anni di carcere, la moglie Anna Maria Franco, la contabile del gruppo, a sette anni, il figlio della coppia Michele Fabio, «che accompagna il padre nei viaggi finalizzati alla commissione dell’estorsioni e di ricevere sulla sua carta Postepay i proventi illeciti», a sette anni e quattro mesi e infine il nipote Carmelo junior, detto Cippi, a sette anni e otto mesi.
Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati condannati anche Giovanni Condò (4 anni e sei mesi), Paolo Malara (10 anni), Antonio Francesco Pizzimenti (6 anni e otto mesi), Maurizio Scicchitani (7 anni e quattro mesi) e poi Antonio Pizzi, Antonio Rago e Antonio Settembrini a due anni e otto mesi. Tra i dodici a processo davanti al gup anche il bresciano di Gavardo Mauro Cocca, attualmente agli arresti domiciliari nella sua casa di Villanuova sul Clisi, e condannato a quattro anni per aver partecipato con il calabrese trapiantato a Villanuova Giovanni Condò alla spedizione punitiva che diede origine all’indagine. Ovvero l’incendio, il 6 dicembre 2015, di 14 autoarticolati di proprietà della P.P.B Servizi & trasporti parcheggiati nella sede dell’azienda a Seriate. Un attentato intimidatorio che diede origine ad una serie incrociata di estorsioni sull’asse Brescia-Bergamo- Reggio Calabria. Il prossimo primo luglio proseguirà invece il processo per chi non ha scelto riti alternativi. Demetrio Battaglia, i calabresi trapiantati a Brescia Vincenzo Iaria e Domenico Lombardo, Giuseppe Papaleo, Alessandro e Carlo Santini e Felice Sarica.
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