Esposta la Natività contadina di Giacomo Bergomi

La pala del noto artista bresciano sarà visibile fino al 6 gennaio nella chiesa di piazza San Siro a Castel Mella
Un particolare della pala di Giacomo Bergomi -  © www.giornaledibrescia.it
Un particolare della pala di Giacomo Bergomi - © www.giornaledibrescia.it
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Un’occasione unica per collezionisti ed estimatori, o anche per semplici appassionati d’arte. Fino al 6 gennaio sarà possibile ammirare la Pala della Natività alla chiesa in piazza San Siro, a Castel Mella, realizzata da Giacomo Bergomi. Uno dei capolavori più rappresentativi dell'artista, fu destinata alla Parrocchia negli anni Sessanta, quando parroco era l’amato fratello don Vittorio Bergomi.

E proprio su richiesta del fratello, Giacomo dipinse l’opera: una pala che primeggiava per qualità e bellezza su tutte le altre, raccogliendo l’incanto degli sguardi dei visitatori e degli estimatori. Pochi anni fa, durante il riordino del materiale fotografico del pittore, i familiari ed alcuni amici appassionati hanno fatto un’interessante scoperta: due fotografie in bianco e nero della metà degli anni Sessanta mostravano la prima versione della Natività. Le due immagini e il piccolo bozzetto, ritrovato dalla moglie Anna dopo la morte del marito, permettono di ripercorrere l’iter che ha condotto all’attuale versione dell’opera.

L’idea iniziale è rintracciabile nel bozzetto: una «prova» stesa per soddisfare le richieste del fratello sacerdote. Dalle testimonianze di chi ha assistito al rapporto dei due Bergomi si evince un intenso confronto sul tema da trattare. Con ogni probabilità don Vittorio ha guidato il fratello minore, del quale apprezzava la genialità pittorica, di cui aveva inteso il mondo poetico, ma con un carattere inquieto e impulsivo.

La decisione di esporre la pala è del parroco don Giuseppe, il gruppo Giacomo Bergomi si è occupato di far conoscere l’iniziativa; durante l’anno la pala è custodita in una sala nel contesto degli edifici parrocchiali. I personaggi della Pala riflettono un contesto poetico: il bambino Gesù aggrappato a Maria, San Giuseppe con i tratti di un contadino, i pastori dal volto languido, l’asino e il bue ad accentuare l’umiltà della scena. Ma riflettono anche la realtà sociologica del paese negli anni sessanta, quella cioè di un piccolo centro rurale dove la sorte di una vita grama era cosa comune. Questi gli orari di visita:la mattina dalle 9 alle 12, il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.

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