Esplosioni d'arte al Grande Miglio

i talenti delle accademie di belle arti della città, impegnati nel workshop organizzato da Comune e Brescia Musei.
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Lavori in corso al Grande Miglio per i giovani talenti delle accademie di belle arti della città, impegnati nel workshop organizzato dal Comune e dalla Fondazione Brescia Musei. Anche se i visitatori non sono ancora stati molti, gli allievi della Laba e dell’Accademia Santa Giulia si stanno impegnando con professionalità per creare e allestire le loro opere.

Un alto divisorio separa gli spazi a loro destinati, creando due larghi corridoi adiacenti. A sinistra, gli studenti della Laba stanno costruendo la parete che, da progetto, deve celare le opere originali e supportare le loro fotografie, poste in ingombranti cornici.

«Inizialmente lo spazio espositivo doveva essere chiuso da entrambi i lati, come uno scrigno. Lo spettatore avrebbe solo percepito l’energia delle opere - spiega Armida Gandini, docente di anatomia dell’immagine - ma ora stiamo pensando di progettare un accesso difficoltoso». Alcune opere erano già state realizzate in accademia dagli allievi, come gli occhiali dalle lenti modificate di Nicolò Maggioni, le scarpette in nastro adesivo di Anna Negretti, frutto di un happening, e l’altalena di Miriam Ronchi, ispirata alle cuffie musicali. Matteo Capro è invece ancora al lavoro sul suo manifesto dal titolo «64», un’indagine sociale sul linguaggio dei numeri.

Anche i talenti dell’accademia Santa Giulia si stanno dedicando all’allestimento dei loro lavori. Le opere prodotte nel corso dell’anno sono posizionate lungo la parete destra, mentre dall’altra parte saranno appese le creazioni estemporanee, realizzate durante il workshop. Questo criterio permetterà di confrontare i due modi di operare e di capire dove l’espressività sia più forte.

«La difficoltà maggiore è unire a livello espositivo opere astratte e opere figurative, cercando di dare un senso di continuità» raccontano i ragazzi. In queste creazioni è grande l’eterogeneità di tecniche, materiali e soggetti: si va dall’acrilico e silicone del penetrante primo piano di donna di Chiara Gallo, ai sacchi di plastica neri utilizzati come supporto dei volti emblematici di Anna Regazzoli, dall’action painting di Nicola Fornoni, ispirato allo stile di Vedova, alla fotografia di architettura industriale di Milena Berta.

Francesca Roman

 

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