Emilia, una nonnina da record: per lei 111 candeline
Una camicetta in seta rosa, un foulard nero con fiori in tinta, una vezzosa spilla di brillanti. Orecchini di perla, ovviamente. É la mise che Emilia ha scelto per festeggiare il suo compleanno. Il suo centoundicesimo compleanno essendo nata il 28 agosto del 1903.
Un traguardo di vita che fa venire quasi le vertigini solo a dirlo. Non certo a lei, che per i 105 anni si era concessa un volo in aereo sul lago di Garda. Il suo amato Garda, essendo Emilia di Torri del Benàco, e guai a sbagliare l’accento. Perché ieri ha spento d’un fiato le candeline sulla torta.
Ma lei, con un secolo abbondante sulle spalle, deve solo superare lo scoglio di un indebolimento dell’udito, per il resto la memoria non ha tentennamenti: il passato le scorre davanti agli occhi senza nubi. E non è certo poca cosa. Per dire, pochi giorni prima della sua nascita, precisamente il 4 agosto, Giuseppe Sarto veniva eletto papa: scelse il nome di Pio X; ancora, la Repubblica era ancora ben lontana dal venire: sul trono di casa Savoia sedeva Vittorio Emanuele III.
Se chiudiamo gli occhi e proviamo a pensare a quanto accaduto negli ultimi 111 anni rischiamo lo stordimento: sulla riva veronese del Garda la signora Emilia c’era sempre.
Non ha mai cambiato casa, per tutta la vita ha fatto la sarta. Si è guardata bene dallo sposarsi. Che sia questo il segreto della sua longevità?
Lei sorride maliziosamente sorniona, tra i flirt della sua vita ci sarebbe anche una tenera amicizia con D’Annunzio.
Lei ammicca, non conferma e non smentisce. Anzi parlando dell’incontro con il Vate quasi lo snobba, «quel furbetto in giro per il lago, un eroe finto. In verità lui usava il vapore per venire a trovare le amanti sulla sponda veronese». Ma la domanda delle domande è sempre quella: qual è il segreto per arrivare in forma smagliante a 111 anni?
Emilia è sbrigativa, quasi a sottointendere che (ovviamente) una ricetta non c’è: altrimenti sarebbe troppo facile. In ogni caso la sua risposta, oltre al lavoro, è un dito puntato al cielo: «È Lui che decide tutto».
Perché la fede ha da sempre un posto privilegiato nella vita della signora Zucchetti. Finché ha vissuto a Torri Emilia frequentava ogni giorno la messa, al termine non mancava di passare in sacrestia per segnalare a don Gino Oliosi difformità di vedute nell’interpretazione del Vangelo.
E anche questo dà l’idea del suo caratterino. A tutt’oggi non le manda certo a dire. Ieri grande festa alla Casa di riposo Fondazione Pasotti Cottinelli dov’è ospite dal 2009. Il sindaco Emilio Del Bono è stato seccamente interrotto a metà del suo saluto: «Ma lei chi è?». Il personale della Rsa, che la conosce bene, non si è certo stupito, anzi. Anche padre Pippo Ferrari, che da anni segue spiritualmente e non solo i 54 ospiti della struttura, conferma il caratterino di Emilia: «Mi ha ripreso più d’una volta». Se non può permetterselo lei.
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