Edison, primo sì di A2A al passaggio ad Edf

Via libera del Consiglio di Gestione al riassetto societario. Proroga di un mese per definirne i dettagli. Loggia: accordo positivo.
AA

Un altro mese. Per definire dettagli tecnici e tutelare tutti i soci italiani. La trattativa per il passaggio del controllo di Edison al colosso francese dell'energia Edf prosegue dopo l'accordo «non vincolante» di giovedì scorso siglato a Parigi dal direttore generale di A2A Ravanelli con il suo omologo in Edf Piquemal.

Ieri sera il primo passaggio formale: il Consiglio di Gestione della multiutility lombarda, di cui il Comune di Brescia e Milano detengono la maggioranza, ha approvato all'unanimità il piano di riassetto della società di Foro Bonaparte. Al termine della riunione, il presidente del CdG, Giuliano Zuccoli ha chiarito: «Tutto è filato liscio. Per quanto riguarda le trattative che proseguiranno con Edf nel prossimo mese c'è ancora della strada da fare». Sul tavolo i temi sono molti e decisamente complessi come ha riconosciuto lo stesso Zuccoli. Certo è che l'operazione così come è stata congegnata soddisfa tutti i grandi azionisti. Tanto che ieri l'assessore di Brescia, Fausto Di Mezza ha dichiarato: «Per ora posso solo dire che il giudizio è positivo, dopo il Consiglio di Sorveglianza di domani faremo il punto della situazione con il sindaco». Le amministrazioni di Brescia e Milano sono peraltro già al lavoro sul bilancio previsionale del prossimo anno. La Loggia ha appostato un dividendo per il 2012 di 60 milioni di euro. Di Mezza auspica, poi, la possibilità di rivedere al rialzo questa previsione, anche perché la cifra è lontana dagli 80 milioni che erano previsti per l'anno prossimo nel bilancio triennale.

Ma la Loggia sorride perché l'accordo di Parigi, oltre ad avere scongiurato un calo di capitalizzazione di A2A, dovrebbe prevedere un premio ai soci di maggioranza per l'operazione che porterà Edf a detenere la maggioranza di Edison. In sostanza altri soldi che in tempi di tregenda per la crisi e le rigidità del Patto di stabilità interno non possono che dare ossigeno alle casse di Palazzo Loggia e Palazzo Marino.
Ma facendo un passo indietro, cosa prevede l'accordo di Parigi? Oltre al passaggio del controllo di Edison a Edf, prevede che gli asset della controllata Edipower vengano divisi tra italiani e francesi. In particolare ad Iren (la multiutility di Torino e Genova) e A2A, saranno conferite due centrali idroelettriche (Mese e Udine) e per questo le due società hanno deciso di costituire una nuova società che manterrà il nome Edipower (al 67% di A2A e al 33% di Iren). Per quanto riguarda, invece, l'offerta francese alle quote italiane di Edison detenute dalla società Delmi (A2A, Iren, Sel, Dolomiti Energia, Bpm, Mediobanca e Fondazione Crt), innanzitutto Edf riconosce ai soci italiani di cedere interamente le loro quote in Edison (che corrispondono al 30% dell'intero pacchetto). I soci Delmi, che ieri hanno prorogato al 30 novembre i patti parasociali con Edf, potranno vendere un 25% (equivalente al 7,5% di Edison) ad un valore che terrà conto dei parametri di quotazione delle società di settore (e ieri Edison ha registrato un +2,53% a Piazza Affari).
Molto più interessante, però, è la liquidazione del restante 75% ad Edf che i soci italiani possono vedersi pagare secondo i valori che il titolo Edison registrerà tra tre anni, ma soprattutto potranno chiedere a Edf uno «scambio» di una fetta delle loro azioni Edison con alcuni asset controllati da Edens (altra società oggi controllata da Edison). Si tratta di impianti eolici (250 Megawatt di potenza) ed in questo senso A2A, al termine del triennio per concludere il riassetto, si troverebbe a gestire una vera e propria filiera di «green power» in Italia, lasciando invece ad Edf le centrali a gas. Un'ipotesi che era già stata ventilata un mese dal sottosegretario all'Energia, il bresciano Stefano Saglia, che aveva parlato «di un Polo per le rinnovabili» come la ciliegina sulla torta dell'accordo già definito a marzo». Ed ancora, tornando a Brescia, una «filiera verde» gestita da A2A farebbe da pendant con il progetto del Polo energetico che potrebbe sorgere nell'area ex Caffaro.
Carlo Muzzi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato