È così buono il boccone della creanza...

Da una settimana un tizio parcheggia la sua moto di grossa cilindrata di fronte al cancello di Barbara. Lei per uscire con la macchina deve fare otto manovre e la cosa la fa inviperire. Ieri, appostata come un segugio, quando lo ha visto arrivare si è fiondata fuori, decisa a farsi sentire. Il tipo, istoriato come una thangka nepalese, con un dragone tatuato sul petto e una collana di crape da morto, anziché scusarsi l’ha presa a «maleparole» e, avvicinatosi a due dita dal naso l’ha minacciata di darle una pizza in faccia. Uno schiaffo per chi non lo sapesse, non una margherita con pomodoro, basilico e mozzarella.
Quando si incontrano prepotenti di questa fattispecie aumenta la preoccupazione che le buone maniere siano in estinzione come il rinoceronte di Giava. Eppure si tende a credere che i più screanzati siano i giovani, ma non è sempre così. Anche gli adulti non brillano nell’uso della cortesia e neppure nella civile convivenza. L’era dei nuovi barbari è adesso. Non è affatto certo che «i migliori anni della nostra vita» debbano ancora venire.
«La mala educación» non è solo il titolo del film di Pedro Almodovar, bensì il capitale umano di una società veemente che si palesa in diversi modi. Ci si mostra scostumati indagando sulla situazione finanziaria di conoscenti e raccontando i particolari delle loro sfortune. Si risulta spiacevoli nel chiedere l’età a una signora che ha un compagno più giovane, oppure dimostrando considerazione verso le persone in base al censo, sottostimando i meriti di chi si atteggia poco. Si diventa offensivi anche prendendo il prossimo per i fondelli, ridicolizzandolo con nomignoli sminuenti o denigratori, distorcendo la mancanza di rispetto in un divertimento per la compagnia.
I più audaci ridono e fingono di non cogliere l’imbarazzo delle «vittime sacrificali», i quali vengono considerati permalosi quando non gradiscono essere dileggiati. Fra gli amici infatti c’è sempre quello che credendosi simpatico esagera nel prendersi delle libertà e si spinge oltre il limite di ciò che è lecito all’interno di rapporti di buona amicizia. Le persone perbene sono quelle che lasciano nel piatto «il boccone della creanza» per dire di avere mangiato a sufficienza. Gli amici invece sono quelli che conservano sempre un boccone di rispetto, affinché la stima non venga mai meno e nessuno debba mai pensare che «troppa confidenza fa perdere la riverenza».
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