Due condanne per estorsione ed usura aggravate dal metodo mafioso: le prime a Brescia

Ad incassarle sono Vincenzo e Giuseppe Facchineri, per gli inquirenti appartenenti a una casata di rango della 'ndrangheta
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Due condanne per estorsione ed usura aggravate dal metodo mafioso. Sono le prime in assoluto a Brescia. 

Ad incassarle sono Vincenzo e Giuseppe Facchineri, dell'omonima famiglia originaria della Piana di Gioia Tauro, per gli inquirenti casata di rango della 'ndrangheta. I due cugini sono stati condannati rispettivamente a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni e a 3 anni e 4 mesi di carcere. Erano indagati nell'ambito della maxi inchiesta della Dda bresciana «Atto Finale», culminata nell'ottobre di due anni fa nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 13 persone.

Secondo la ricostruzione dei sostituti procuratori Roberta Panico, Erica Battaglia e Carlotta Bernardini avevano estorto o cercato di estorcere cinque milioni di euro ad un imprenditore edile dell'Ovest in cambio della loro protezione, mentre avevano preteso da un commerciante di automobili esorbitanti tassi usurari per un prestito di poco inferiore a 200mila euro. Per i pm ed il giudice dell'udienza preliminare avevano operato facendo ricorso a metodi mafiosi: utilizzando minacce più o meno velate, portate a segno anche con alcuni pizzini, ma soprattutto spendendo il loro pedigree criminale.

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