Donne in gravidanza, nessun rischio accertato

Il virologo della Statale di Milano e il ginecologo dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine
Mamma e figlia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una bella notizia: ieri una donna incinta e positiva al Coronavirus ha partorito senza problemi. Il neonato sta bene e non è positivo. Il lieto evento conferma quanto sostenuto nei giorni scorso dal virologo Carlo Perno dell’Università Statale di Milano: «Di norma i Coronavirus non si trasmettono verticalmente, cioè da madre a feto. Rimangono nei polmoni, possono raggiungere il sangue, ma è molto raro che possano arrivare fino alla placenta».

Per dare informazioni scientifiche validate, ieri l’Istituto superiore di Sanità (www.iss.it) ha pubblicato un vademecum per le donne in gravidanza o in allattamento ai tempi del «Covid-19». «In assenza di un vaccino e di dati sufficienti per conoscere la suscettibilità delle donne incinta alla patologia da nuovo Coronavirus, si raccomandano le comuni azioni di prevenzione primaria che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani e l’attenzione a evitare il contatto con persone malate o sospette.

Allo stato attuale - spiegano gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità - non c’è indicazione al parto cesareo per donne affette dal nuovo Coronavirus. Nessun problema nemmeno per l’allattamento: il virus finora non è stato rilevato nel latte materno raccolto dopo la prima poppata delle donne affette». Qualche problema in più potrebbe esserci per donne non più giovani. Il ginecologo Claudio Orlandino, direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine: «L’età gestazionale più avanzata è quella in cui l’infezione potrebbe giocare un ruolo peggiore. L’esperienza che possiamo applicare al Coronavirus è la stessa che è stata riferita alla Sars e alla Mers. Entrambe queste infezioni - conclude - hanno dimostrato una frequenza abbastanza controllata nei soggetti sani in gravidanza, mentre i problemi sono più gravi nelle donne con alterazioni, ipertese, obese e con capacità respiratoria alterata».

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