Donazione degli organi, 7 bresciani su 10 hanno dato il consenso

In 19 Comuni su duecento, oltre il 90% ha espresso la volontà all’atto dell’emissione della carta di identità
Una sala operatoria (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Più di sette abitanti dei Comuni bresciani su dieci, al momento del rinnovo della carta di identità, danno il loro consenso alla donazione degli organi. Lo si evince dalle dichiarazioni registrate nei duecento comuni bresciani nelle cui anagrafi hanno attivato la possibilità di dichiarare la volontà di donare in caso di morte. Per legge (decreto convertito in legge nell’agosto 2013), infatti, durante la pratica di rilascio della Carta d’identità elettronica il cittadino può dichiarare la propria volontà sulla donazione di organi e tessuti.

Il consenso

Dal 2016 in poi i Comuni hanno iniziato ad applicare la normativa (nel Bresciano, sono duecento gli enti attivi sul totale dei duecentocinque presenti). Ebbene, in diciannove realtà su duecento i consensi alla donazione sono superiori al 90%. Tra coloro che hanno rinnovato il documento in questo periodo di tempo nei comuni di Caino e di Villachiara, 99 su cento hanno detto sì. Altissime le percentuali anche a Mairano (98,8%) e a Cevo (98,3%) e ampiamente sopra il 90% ad Alfianello, Berzo Demo, Berzo Inferiore, Borgo San Giacomo, Cedegolo, Cividate Camuno, Collebeato, Milzano, Muscoline Passirano, Piancogno, Sale Marasino, Serle, Sulzano e Tremosine.

Sono molte le modalità per esprimere la propria volontà a donare gli organi dopo il decesso. Tuttavia, da quando è stata introdotta la possibilità (non l’obbligo) di farlo al momento della richiesta della carta di idenità elettronica, le percentuali di consenso hanno registrato un’impennata. A livello nazionale (fonte: sistema informativo trapianti) si è passati dal 74,3% di consensi del 2017 al 68,9% del 2021.

Come si fa

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Donazione di organi e tessuti: 7 passaggi per 1 vita - Coordinamento Trapianti del Nord Italia Trans

Le espressioni di volontà rilasciate all’Ats, al Comune e all’Aido sono registrate nel Sistema Informativo Trapianti, il database del ministero della Salute che viene consultato dai medici per verificare se il potenziale donatore aveva reso la dichiarazione in vita. Secondo la nostra legge, si può cambiare idea in qualsiasi momento perché, ai fini della donazione, fa fede l’ultima espressione resa in ordine temporale. Decidere in vita significa non lasciare l’onere di farlo ai propri cari in caso di decesso. Ad essere interpellati dai medici, se non ci sono nette volontà di consenso o di opposizione, sono i familiari aventi diritto: coniuge, convivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori.

La ripresa

Dopo l’anno sospeso della pandemia, nel 2021 i consensi sono generalmente aumentati di tre punti. I dati sono stati diffusi in occasione della 25esima Giornata nazionale della donazione degli organi che si celebra oggi, domenica 24 aprile, supportata dalla campagna di informazione dal titolo: «Donare è una scelta naturale».

Tra le province, quella di Brescia è sesta per numero di consensi a livello regionale e trentasettesima a livello nazionale. La migliore della Regione è la provincia di Sondrio. Complessivamente, la Lombardia è risultata nona tra le regioni italiane, con un indice di dono (frutto della somma della percentuale dei consensi, delle astensioni e del numero dei documenti emessi) di 61,2 su 100. I soli consensi alla donazione sono pari al 71,1%, sopra la media nazionale che, nel 2021, si è attestata a 68,9%.

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