Don Fabio Corazzina: «Il mio servizio alla chiesa resta nella luce»

Reazioni e interrogativi sul trasferimento da Fiumicello a Camignone di don Corazzina che da Gerusalemme parla attraverso i social
Don Fabio Corazzina in sella alla sua bicicletta durante la manifestazione di Fridays For Future - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Don Fabio Corazzina in sella alla sua bicicletta durante la manifestazione di Fridays For Future - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sono moltissime le reazioni generate dalla notizia del nuovo incarico conferito dal vescovo di Brescia a don Fabio Corazzina, parroco di Fiumicello dal 2019 dopo dieci anni alla parrocchia di Santa Maria in Silva. Don Fabio entro agosto si trasferirà a Camignone, frazione del comune di Passirano e con esso Unità pastorale, insieme a Monterotondo.

Dopo la pubblicazione della notizia, da Gerusalemme dove si trova in pellegrinaggio con le Acli regionali, don Fabio ha postato un messaggio sul suo profilo Facebook, indirizzato alla comunità di Fiumicello. «Proprio oggi l’annuncio del mio incarico in una nuova esperienza di servizio alla Chiesa, alle parrocchie e al bene comune sulla strada del Vangelo e nella linea della Laudato si’ e della Fratelli tutti di papa Francesco. Il Vangelo di questa domenica ci invita a "non avere paure, a parlare nella luce, ad annunciare dalle terrazze" chi e cosa? Semplicemente il Dio che ascolta, il Dio buono, il Dio della tenerezza...vi abbraccio e ci si vede al ritorno, giovedì, per continuare nel Grest, per sistemare alcuni progetti avviati, per salutarci e dirci: grazie, una gratitudine che diventa restituzione e fedeltà alla nostra vocazione».

Centinaia i commenti al post di don Corazzina. Molte le lettere inviate al nostro quotidiano. Quella di Giulia Zambolin, dall’esplicito incipit: «Le Barbiana del nostro tempo». «Oggi i cattolici progressisti di Brescia si sentono tutti un po’ più soli, ma forse questo potrà essere lo stimolo per rialzare testa e voce, per tornare ad essere comunità viva e riprendersi quel ruolo sociale che ha caratterizzato intere stagioni della nostra città». Dante Mantovani, a sua volta, scrive: «È un’altra vicenda ecclesiale che mi riempie di sconforto e che mette a dura prova l’appartenenza a questa Chiesa di cui papa Francesco continua a chiedere un rinnovamento del quale, però, non si vede ancora alcun segnale, sia pur piccolo».

Luca Zafferano, che si definisce ateo, afferma che «la decisione su don Fabio viene interpretata, da chi lo conosce e lo segue, come una scelta punitiva, dal sapore molto politico», facendo riferimento ai pesanti attacchi verso il sacerdote espressi in campagna elettorale da esponenti del centrodestra. «Ora mi chiedo, dato che don Corazzina è sempre stato molto inclusivo, chi ha paura del dialogo?».

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