"Dolce&Salato" protesta contro la chiusura

Un'ordinanza «ingiusta». Una decisione che «obbliga tre attività a chiudere, facendo perdere il lavoro a oltre venti persone. Mentre altri esercizi commerciali a pochi metri di distanza continuano a operare indisturbati».
È scandito a lettere forti e chiare il giudizio di titolari e dipendenti di «Dolce & salato», «Dolce, salato & company» e «Al dopo disco» sulle ordinanze comunali «anti-ghetto» partite all'inizio di gennaio. Ordinanze che interessano, oltre al quartiere Carmine, proprio il piazzale che si affaccia su via Valle Camonica dove operano i tre negozi che producono e vendono, appunto dolci, pizze e focacce.
Prima «non sottoposti ad alcun orario di chiusura in quanto attività artigianali», i tre negozi sono ora obbligati (fino al 30 giugno) ad abbassare le serrande alle 22. «Proprio l'ora a partire dalla quale avevamo una clientela maggiore - spiegano Giuseppina Galluccio e Kashif Razaq -. Nel corso della giornata il guadagno è di 3-400 euro, dalle 22 alle 6 si superavano, nel fine settimana, i 1.500 euro».
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